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Cina e 007, la Cia va in missione (per conto di Biden)

La Cia (Central intelligence agency) dà vita a una nuova Missione dedicata alla minaccia cinese, non era mai successo. Nel mirino gli hacker di Pechino ma anche lo spionaggio, avrà soldi e risorse proprie. Si avvicina intanto la scadenza per il report degli 007 Usa sul laboratorio di Wuhan

  • Tempi eccezionali richiedono misure eccezionali. La Cia (Central intelligence agency), principale agenzia di intelligence americana, ha inaugurato una nuova Missione interna dedicata alla Cina. Ad anticipare la rivoluzione dentro gli 007 americani è Bloomberg con un’indiscrezione che racconta le manovre di William Burns, approdato alla direzione di Langley sei mesi fa, per rafforzare le difese contro il Dragone.

È la prima volta che la Cia dedica una missione, cioè una task force dotata di personale e risorse speciali, per fare i conti con Pechino. Non è chiaro se la struttura sarà temporanea o permanente. Durante il primo anno dell’amministrazione Trump, nel pieno della crisi nucleare con Pyongyang, la Cia aveva messo in piedi un centro dedicato alla minaccia della Corea del Nord con personale qualificato.

Il nuovo team andrà ad aggiungersi ai “centri di missione” già esistenti, come quelli per il controspionaggio, il controterrorismo e l’”Estero vicino”. “Come ha detto il direttore Burns, la Cina è una delle sue priorità, e la Cia è nel processo di determinare come posizionarsi al meglio per riflettere la significatività di questa priorità”. Tradotto: la Cina è in cima alla lista delle preoccupazioni degli 007 di Joe Biden.

Complice l’ondata di attacchi cyber registrata nell’ultimo anno, alcuni dei quali attribuiti direttamente ai Servizi di Pechino. Come quello che pochi mesi fa ha colpito i server di Microsoft, di cui sia Stati Uniti che Ue hanno ufficialmente accusato il governo cinese. Già nella sua prima audizione al Senato Burns aveva messo in chiaro l’agenda. Per la Cia, spiegava allora il successore di Gina Haspel, la leadership “avversaria e predatoria” della Cina è la “più grande minaccia” per la sicurezza americana e l’obiettivo principale del governo cinese “è rimpiazzare gli Stati Uniti come la nazione più potente e influente al mondo”.

La svolta era attesa da tempo a Washington DC. Più di una volta il Congresso ha messo nel mirino l’agenzia per l’incapacità di tener testa alle sfide poste dai Servizi cinesi, soprattutto quelle nel dominio cibernetico. Un giudizio severo messo nero su bianco in un rapporto del settembre del 2020 del Comitato dell’intelligence della Camera, secondo il quale gli Stati Uniti “stanno fallendo” nel tentativo di rispondere colpo su colpo agli 007 cinesi, concentrandosi troppo su “target tradizionali”, come minacce convenzionali o terrorismo.

In una recente intervista con Npr, Burns ha annunciato l’intenzione della Cia di aumentare il numero di agenti in grado di parlare mandarino: “Dobbiamo rafforzare la nostra expertise, non soltanto nella capacità di parlare mandarino, ma nella ricerca di persone che possono aiutare a fare i conti con questioni tecnologiche”.

Il problema si è posto di recente per le agenzie di intelligence americane impegnate ad analizzare l’enorme mole di dati genetici proveniente dal laboratorio di Wuhan alla ricerca delle origini e delle responsabilità della pandemia da Coronavirus. È ormai alle porte la scadenza dei novanta giorni chiesti da Biden per il report preliminare sulle origini del virus e, riporta la Cnn, le agenzie avrebbero già iniziato a stendere la bozza del documento classificato.

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