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Dopo la vax diplomacy è l’ora della fire diplomacy. Gli incendi in Grecia e la geopolitica

Incendi dolosi, negligenza o cambiamento climatico? La realtà è da qualche parte nel mezzo. Il governatore dell’Attica ha espresso il sospetto che ci fosse un “piano ben organizzato” dietro i numerosi incendi in Grecia

Lontano da fake news e vene complottistiche, è utile interrogarsi su come i numerosi focolai che stanno interessando molti paesi nell’area mediterranea, come Grecia, Turchia e Italia, possano avere riverberi geopolitici quanto a destabilizzazione e strutturazione di vecchie o di nuove alleanze. Dopo l’esempio turco, analizzato giorni fa su queste colonne, ecco il caso dell’isola di Evia in Grecia che brucia per l’ottavo giorno consecutivo, sui cui cieli stanno arrivando da Mosca anche due Ilyushin Il-76 e due elicotteri del Mil Mi-8.

Le forze dell’ordine hanno rinvenuto numerosi meccanismi incendiari, mentre su twitter parecchi sono i profili sospetti che gettano scompiglio nell’agone politico. Ecco che disinformatia e ataviche tensioni che sono presenti nella macro area non contribuiscono ad affrontare un problema straordinario, gli incendi, che si somma alle conseguenze economiche della pandemia, alla crisi con la Turchia e alle minacce alla sicurezza interna, come gli attacchi informatici che si sono moltiplicati in questi giorni.

FIRE DIPLOMACY

Dopo la vax-diplomacy scocca l’ora della fire diplomacy. Numerosi sono i paesi Ue ed extra Ue che hanno inviato uomini e mezzi in soccorso della Grecia, devastata da 586 incendi scoppiati da dieci giorni, che hanno bruciato quasi un milione di acri di bosco tra Atene e l’isola di Evia: Cipro, Svezia, Francia, Egitto, Romania, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Moldavia, Germania, Croazia e Spagna si sono mobilitati, al pari del meccanismo di Protezione Civile europea.

Ieri il Presidente russo Vladimir Putin ha avallato l’invio di due Ilyushin Il-76 su Evia, in grado di trasportare ciascuno più di 40 tonnellate di acqua. Gli Emirati Arabi hanno inviato un aereo carico di rifornimenti e attrezzature per sostenere gli sforzi dei vigili del fuoco e anche i 2500 sfollati di Evia che hanno trascorso la notte su alcuni traghetti. Israele sta inviando altri due aerei antincendio dopo una conversazione telefonica tra il primo ministro Naftali Bennet e Kyriakos Mitsotakis. Dalla Germania sono arrivati 200 vigili del fuoco via terra per pianificare una strategia diversa e più efficace. Insomma, sul territorio greco ci sono al momento moltissimi militari di altri paesi, tra vigili del fuoco, piloti, funzionari e addetti tecnici.

SCENARI

Ieri il premier Kyriakos Mitsotakis si è scusato con i cittadini in un lungo discorso alla nazione e il ministro della protezione civile Nikos Hardalias ha rimesso il mandato nelle mani del Primo Ministro. Il punto però, al di là delle schermaglie politiche così come accaduto in Turchia tra Erdogan e il PKK, è dato dai fatti.

Il governatore dell’Attica, Yorgos Patoulis, ha espresso il sospetto che ci fosse un “piano ben organizzato” dietro i numerosi incendi in Grecia: “Diversi piromani sono stati arrestati anche nei sobborghi settentrionali duramente colpiti. Bruciatori a gas sono stati trovati in un altro parco. Tutto ciò dimostra che c’è un’azione deliberata e nulla è accidentale”. Secondo il procuratore della Corte suprema, Vassilis Pliotas, è stata avviata un’indagine, poiché “vi sono sospetti di attività criminale organizzata deliberata”. Sotto la lente di ingrandimento la sincronizzazione degli incendi, che secondo il procuratore andrebbero oltre un semplice e accidentale fenomeno di comportamento negligente.

INDAGINI

Nelle operazioni contro gli incendi in Grecia è coinvolto anche un aereo P-8 Poseidon. Si tratta di un Boeing 737 adattato per la ricognizione subacquea e può rilevare sottomarini nemici, navi di superficie e altri velivoli. Ha un sensore di anomalie magnetiche nella coda dell’aereo, chiamato Magnet Anomaly Detector (MAD) che può rilevare tramite i sensori a infrarossi il calore, quindi l’inizio di un nuovo incendio e monitorare se proviene da metodi moderni, come il volo di droni che possono essere dotati di materiale incendiario. Un piccolo drone con solo una quantità minima di questo materiale può causare un enorme incendio. Queste le preoccupazioni che trapelano da fonti diplomatiche e militari.

L’incendio doloso con un tale metodo non è nuovo ed è stato utilizzato in diversi casi ed è difficile da trattare. A Evia ci sono stati focolai in aree remote e inaccessibili. Di conseguenza, i Vigili del fuoco non sono riusciti a raggiungere l’inizio dell’incendio e sono stati costretti ad attenderlo, con le conseguenze note: 2500 sfollati, più di 200 abitazioni bruciate, danni per milioni di euro a cui il premier greco Mitsotakis ha promesso di rimediare con 500 milioni di fondi per i risarcimenti.

Incendi, quindi, dolosi, oppure causati da negligenza o cambiamento climatico? La realtà è da qualche parte nel mezzo e così il cambiamento climatico ha creato le condizioni, la negligenza di alcuni ha causato incendi, e alla fine tutto questo è stato sfruttato da coloro che hanno interesse a destabilizzare il Paese.

@FDepalo

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