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Sicurezza, migrazioni ed energia. Draghi ad Atene per il vertice Eumed 9

Non solo panel specifici sui macro temi, ma anche incontri bilaterali per circoscrivere le singole emergenze, come quelle legate ai nuovi gasdotti che transitano da suolo greco e ragionare a più cervelli sui problemi internazionali che gravitano dal costone balcanico sino alle coste libiche

Sicurezza, migrazioni dopo la crisi afgana ed energia sono i tre dossier al centro del vertice Eumed che si tiene oggi ad Atene, alla presenza di 9 leader europei (tra cui il premier italiano Mario Draghi) e della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Non solo panel specifici sui macro temi, ma anche incontri bilaterali per circoscrivere le singole emergenze, come quelle legate ai nuovi gasdotti che transitano da suolo greco e ragionare a più cervelli sulle problematiche internazionali che gravitano dal costone balcanico sino alle coste libiche.

QUI ATENE

Ad Atene sono atterrati oggi Mario Draghi, Emmanuel Macron, oltre ai Primi Ministri della Spagna Pedro Sanchez, di Malta Robert Ambela, e quelli di Croazia e Slovenia, Andrei Plenkovic e Janez Jansa. Sicurezza e clima sono ovviamente in agenda, con l’importanza dedicata al Polo Sud della macro area euromediterranea. I rischi per la sicurezza nel mare nostrum, a seguito dell’aggressione turca legata al gas a Cipro e nel Mediterraneo orientale, sono un argomento chiave di discussione per i leader. Dopotutto, il precedente vertice, nel settembre 2020 in Corsica, si è svolto nel bel mezzo della crisi greco-turca, con i leader che hanno espresso il loro pieno sostegno e solidarietà in Grecia e Cipro contro le azioni aggressive della Turchia.

Per la prima volta parteciperanno ai lavori Croazia e Slovenia, a dimostrazione dell’importanza riservata a questi paesi del costone balcanico in chiave di alleanze strutturali. Il settore sudeuropeo, oltre ad essere fondamentale nello scacchiere diplomatico del Mediterraneo orientale, sta coagulandosi anche come un polo forte all’interno dell’Ue a livello di Consiglio europeo. L’Ue fornirà 14,2 miliardi di euro a Turchia, Albania, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Kosovo e Macedonia settentrionale nell’ambito dell’IPA III, ovvero assistenza alla preadesione di questi paesi.

ITALIA & GRECIA

Draghi e Mitsotakis hanno un’agenda mediterranea segnata da molti punti di contatto, tra cui l’energia, i rifugiati e le tematiche di natura economica, in vista dei cambiamenti nel Patto di stabilità 2023. Se sull’ultimo aspetto incideranno anche i progressi legati alla ripresa post-pandemica, sul secondo Italia e Grecia rischiano nuovamente di dover sostenere in solitaria il dossier-migranti. Si stanno moltiplicando infatti nelle ultime settimane le carovane in viaggio dall’Afghanistan alla Turchia, con due possibili sbocchi: o il segmento che porta sulla dorsale balcanica per poter raggiungere il centro Europa, o via mare, così come dimostrano le cronache legate agli ultimi sbarchi.

Su questo aspetto c’è stata ieri la presa di posizione del vicepresidente della Commissione Ue, Margaritas Schinas secondo “è stato dimostrato l’anno scorso a Evros, al confine ispano-marocchino nella città spagnola di Ceuta e poche settimane fa al confine bielorusso-lituano, che nessun regime autoritario può strumentalizzare la sofferenza umana attraverso la gestione dei flussi migratori. Chi ci ha provato ha fallito”, con un chiaro riferimento ad Ankara.

ENERGIA

Sul dossier energetico invece c’è da registrare l’avanzata in Grecia di Italgas: è “preferred bidder” per aggiudicarsi in Grecia l’importante gara per la privatizzazione di DEPA Infrastructure, società nazionale di distribuzione del gas. Si tratta di un nuovo, significativo successo per l’Italia, che vede così la propria posizione rafforzarsi ulteriormente nel panorama economico greco. Italgas diventa quindi protagonista nella distribuzione del gas in Grecia, detenendo, grazie a questo importante risultato, il controllo dei tre principali operatori del Paese, EDA Thess, EDA Attikis e DEDA.

GEOPOLITICA

Che la macro regione compresa tra basso Adriatico ed Egeo meridionale sia diventata energeticamente strategica, in ottica balcanica ed euroasiatica, lo dimostra il rafforzamento delle missioni di addestramento sul suolo greco. Il prossimo novembre nel porto di Alexandroupolis, trasformato economicamente dalla presenza quinquennale Usa, giungerà un numero significativo di aerei ed elicotteri, compreso il V22 Osprey a decollo verticale mentre lo scorso agosto per la prima volta sono sbarcati carri armati. Il nesso con i gasdotti che transitano in quella zona è protofanico. Sul punto si registrano le analisi effettuate in occasione del recente Forum energetico del sud-est Europa 2021 tenutosi a Sofia.

In quell’occasione l’ambasciatore americano in Bulgaria, Herro Mustafa, ha osservato che la Russia sta creando problemi circa l’interconnettore IGB: “La sicurezza energetica è anche sicurezza nazionale. Se la Bulgaria riesce a diversificare le sue fonti energetiche, significa una Bulgaria più forte, una regione molto più forte. L’IGB è la cosa più importante che possiamo fare nei prossimi mesi per la regione, in quanto è molto importante per la diversificazione delle fonti energetiche e la sua indipendenza dalla Russia”.

Anche la Nato è una presenza significativa in Grecia, dal momento che proprio in questi giorni si tiene la Conferenza del Comitato dei Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Alleanza, alla presenza del Presidente del Comitato Militare della NATO, Ammiraglio Robert Bauer. Verranno svelate le tematiche relative al processo “NATO 2030”, la nuova Strategia NATO per la Difesa e la Prevenzione nell’area euro-atlantica.

@FDepalo

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