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Chi investe nelle batterie a stato solido, il prossimo Graal dell’automotive (e non solo)

Il carmaker giapponese entra in una corsa già affollata per sviluppare e commercializzare le batterie a stato solido, alternativa migliore e più sostenibile di quelle odierne. La strada è in salita, c’è il problema materie prime, ma le potenzialità (e il vantaggio sul mercato) sono ghiottissimi. Tutti i dettagli

Toyota è l’ultimo costruttore di automobili a gettarsi nella mischia per controllare il mercato del futuro. Storicamente restìa a salire sul treno dell’auto elettrica (EV), anche per via della sua dominanza quasi assoluta nel settore delle ibride, l’azienda giapponese ha appena annunciato di voler spendere quasi 14 miliardi di dollari nel prossimo decennio per sviluppare la prossima generazione di batterie.

I dirigenti Toyota hanno detto che sono sulla buona strada per produrre e commercializzare la batterie a stato solido entro il 2025. Al netto della difficoltà nella produzione di massa che si riscontra oggi, questa tecnologia promette tempi di ricarica brevissimi, più autonomia, più sicurezza, meno ingombro e impatto ambientale rispetto alle batterie “classiche”. E dato che non ci sono rinnovabili che tengano senza la relativa capacità di accumulo, si tratta di un tassello chiave della transizione ecologica.

“Non possiamo ancora essere ottimisti. Rimangono ancora delle sfide”, ha affermato Masahiko Maeda, Cto di Toyota, durante un evento di presentazione. Il dirigente ha posto l’accento sul ciclo di vita poco soddisfacente del prodotto, aggiungendo che aver identificato il problema ha portato l’azienda più vicina alla commercializzazione. La soluzione secondo Toyota: utilizzare le batterie a stato solido nei propri modelli ibridi, per portare la tecnologia sul mercato quanto prima.

Il carmaker giapponese si sta avvalendo anche di una partnership col colosso tecnologico Panasonic, che tra le altre cose rifornisce anche Tesla, leader globale nella costruzione di EV e batterie per auto, che finora non ha mostrato interesse per le batterie a stato solido (ma presenterà novità riguardo ai propri accumulatori il prossimo 22 settembre). Nel frattempo anche Samsung, BMW e Honda stanno lavorando per lanciare sul mercato le proprie batterie a stato solido attorno al 2025.

Ford e BMW hanno preferito investire in una startup (SolidPower), come anche Hyundai (SolidEnergy Systems). Volkswagen, non da meno, ha investito in QuantumScape, produttore americano di batterie a stato solido su cui ha puntato anche Bill Gates e che promette di lanciare il proprio prodotto nel 2024. Stellantis invece ha stretto accordi con la francese TotalEnergies e la cinese Contemporary Amperex Technology per lanciare la tecnologia sul mercato nel 2026.

Insomma, la corsa si sta affollando. Stando all’Economist, diverse startup del settore (tra cui QuantumScape) hanno intenzione di quotarsi in borsa a breve. Il futuro delle batterie a stato solido sarà inevitabilmente legato alla disponibilità di materie prime e terre rare come il litio, il cui mercato è controllato da Pechino.

Rimangono importanti sfide tecnologiche dovute alla difficoltà nel creare un elettrolita solido, chimicamente inerte e buon conduttore al contempo, che non si sfaldi durante l’uso. La difficoltà di produzione e il costo dei materiali oggi rendono queste batterie a otto volte più costose di quelle classiche.

Tuttavia, la crescita meteorica del settore delle EV (e delle plug-in hybrids, ossia le ibride da ricaricare come le cugine “pure”), assieme alla transizione ecologica già avviata in diverse regioni del mondo (con annessa necessità di costruire accumulatori performanti), creano uno spazio pieno di opportunità per chi meglio saprà sviluppare e diffondere le batterie a stato solido.

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