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Cosa va (e cosa no) nella delega fiscale. Parla De Luca (Confcommercio)

Intervista al responsabile Fisco della confederazione delle imprese. La legge delega porta in dote interventi mirati e a lungo attesi, a cominciare dall’Irpef. Bene il superamento dell’Irap, anche se andrebbe esteso alle società. Ma su Catasto e Iva niente trucchi

Non è quella riforma fiscale sognata da tempo da imprenditori, famiglie o liberi professionisti. Ma potrebbe diventarlo, presto o tardi. In parlamento, tra uno scontro e l’altro nella maggioranza, procede il percorso della legge delega, con l’obiettivo di fornire al governo le pezze d’appoggio per scrivere entro 18 mesi dall’approvazione quei decreti attuativi che, messi a sistema, potrebbero anche dare vita e corpo a una riforma.

La carne al fuoco non è certo poca. Si va dalla flat tax per gli autonomi, al riassetto dell’Iva, dell’Irpef, al progressivo azzeramento dell’Irap, fino al prelievo sui titoli di Stato, la riscossione, gli affitti, il riordino delle agevolazioni fiscali per arrivare alle rendite catastali. Ce ne è abbastanza per pensare in grande, una volta tanto, dice a Formiche.net l’economista Vincenzo De Luca, capo dell’area fisco di Confcommercio.

La legge delega sembra, piano piano prendere corpo. Una prima impressione?

Per quanto riguarda le voci Irpef e Irap era necessaria una riduzione delle aliquote e questo mi pare sia stato fatto. Naturalmente occorre completare il processo di semplificazione, tagliando per esempio a tre gli scaglioni Irpef. Questo deve essere l’obiettivo di fondo. Mi pare, poi, anche molto azzeccata l’accelerazione sull’Irap, che dal 2023 andrà a scomparire per le partite Iva. Tuttavia sarebbe opportuno estenderne il superamento anche per le società.

Sembra un bilancio in attivo…

Guardando a Irpef e Irap l’impressione è buona, se non altro la direzione è quella auspicata. Trovo giusto anche essere intervenuti sull’aggio (il costo della riscossione, ndr), spostandolo a carico dello Stato e non più sul contribuente. Ma si può fare ancora molto.

Per esempio?

Partiamo sempre dal presupposto che quando si parla di delega fiscale la parola d’ordine sono quei principi generali su cui poi costruire una eventuale riforma. Detto questo penso all’opportunità di raccogliere in un unico codice tutte le 800 leggi che si occupano di fisco. Alcune andrebbero eliminate, perché non servono, le altre andrebbero semplificate e incastonate in un unico testo.

De Luca, se le dico Catasto? Nei mesi scorsi più volte si è andati allo scontro. Lei che dice?

La riforma del Catasto è senza dubbio uno dei capitoli più discussi, su cui la maggioranza di governo si è spaccata. La posizione di Confcommercio da questo punto di vista è chiara: c’è una parte che va molto bene, quella cioè che riguarda l’emersione degli immobili fantasma, sconosciuti al fisco, per essere tassati. Tuttavia, c’è l’altra faccia della medaglia.

Ovvero?

La parte che riguarda l’aggiornamento dei valori catastali. Fino al 2026 andrà fatta una mappa, che però sarà una fotografia, senza un aumento della tassazione. Ma poi cosa succede? Se si fa l’aggiornamento va bene ma se si aumentano le tasse sulla casa dopo il 2026 allora non va più bene. Ecco, mappare gli estimi, ma senza aumentare il peso fiscali sugli immobili.

Nella delega c’è anche un riassetto dell’Iva…

Vero, però anche qui vale un po’ il discorso di prima, ossia niente trucchi. Se si vuole mettere mano all’Iva in termini di riorganizzazione delle aliquote allora lo si faccia. Ma questo deve nascondere un aumento della tassazione sui consumi, allora non se ne parla.

Concludendo, questa delega può essere un giusto inizio verso una riforma fiscale a prova di post-pandemia?

All’inizio ho trovato tutto molto generico, senza veri elementi di riforma. Ma poi, andando avanti nel lavoro, qualcosa ha cominciato a essere plasmato. Se penso a quello che finora ha fatto il governo, anche con l’ultima manovra, allora credo che siamo sulla buona strada. Certo, c’è sempre il tema delle coperture, ma stavolta più che la solita manutenzione scorgo dei segnali abbastanza precisi, a cominciare dall’Irpef.

 

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