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Rotte del grano (con un occhio al gas). Chi si candida a sostituire Odessa

Nuovo corridoio balcanico: Costanza e Alexandroupolis (dove domani si inaugura il terminal per gnl) sono operative, anche se devono fare i conti con l’offensiva cinese in chiave Bri

Rotte del grano, qualcosa si muove tra Romania e Grecia alla ricerca dell’hub sostituto di Odessa. La prima nave che trasportava mais ucraino è salpata dal porto di Costanza in Romania, segnalando la ripresa delle esportazioni di grano dopo l’attacco russo all’Ucraina. Si tratta di un primo segno di vitalità dopo la chiusura dei porti coinvolti nella guerra e con l’obiettivo di prevenire la crisi del grano in settori particolarmente sensibili come il versante nordafricano. Così Bucarest e Atene provano a farsi attori commerciali (e geopolitici) tra Mar Nero e Mediterraneo, mentre domani si inaugura la FSRU per il gnl.

Qui Romania

La nave Unity T, lunga 229 metri, batte bandiera delle Isole Marshall e rappresenta il tentativo di andare oltre la contingenza della guerra. Nelle ultime settimane, anche sotto la spinta dell’Occidente, Bucarest si è impegnata a modernizzare non solo il proprio porto ma anche le sue infrastrutture connesse, in modo particolare quelle ferroviarie per facilitare le esportazioni di merci dall’Ucraina, con la quale condivide un confine lungo ben 650 km. Tra l’altro via terra Costanza è anche vicina a Varna e ancora più a sud con il confine greco e turco. Come dire che in un caso di emergenza come quello in cui si trova l’intero settore, potrebbe essere ipotizzabile una bretella a sud via terra e via mare con l’obiettivo di superare i Dardanelli e andare nel Mare Nostrum, così da riprendere le rotte di due mesi fa.

Qui Grecia

Ma un hub nel futuro prossimo potrebbe essere anche il porto greco di Alexandroupolis, dove procede la privatizzazione con players americani coinvolti. Grazie al suo collegamento a una rete stradale europea, oltre che alla ferrovia, potrebbe essere la soluzione finale per le esportazioni ucraine. Lì è in piedi un’intensa collaborazione con le forze armate americane che scaricano uomini e mezzi, oltre che essere vicino alle pipeline del Tap, quindi un settore fortemente controllato dove la sicurezza è ormai un dato di fatto. È inoltre sede di un deposito di gas, oltre ad essere la porta di ingresso della via Carpatia, la nuovissima bretella Nato che giunge sino in Lituania.

Gnl

Tra l’altro domani verrà inaugurato nel porto di Alexandroupolis il nuovo terminal del gas naturale liquefatto FSRU alla presenza del presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, dei tre primi ministri di Grecia Kyriakos Mitsotakis, Macedonia del Nord Dimitri Kovačevski e Bulgaria Kiril Petkov, oltre che del Presidente serbo Aleksandar Vucic. Sono previste misure di sicurezza straordinarie per via di possibili ritorsioni “belliche” in un settore che fa gola a molti super players. Ad esempio sembra che Pechino voglia prendere parte alla privatizzazione del porto, perché l’hub si completerebbe con l’accesso alla ferrovia, che è vitale per la Via della Seta che ha già in Pireo il principale punto di arrivo nel Mediterraneo.

Corridoio balcanico

Non sfugge che la nuova infrastruttura si caratterizza come di importanza assolutamente strategica per la sicurezza energetica e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas per Balcani ed Europa, in quanto offre un corridoio di trasporto del gas alla Grecia e alla Bulgaria nella prima fase e poi fino a Romania e Macedonia del Nord. Impegnati nella realizzazione il gruppo Kopelouzos, DEPA Emporias (in cui c’è l’italiana Snam), DESFA, Bulgartransgaz e Gaslog, al fine di fornire 5,5 miliardi di metri cubi di gas naturale alla Grecia e al mercato balcanico. Il secondo step dell’infrastruttura, denominata FSRU Thrace, consentirà dal 2024 di raddoppiare le quantità di di gas naturale.

Il tema è particolarmente sentito dalla Casa Bianca, dove si recherà in visita il primo ministro greco il prossimo 16 maggio, in considerazione del fatto che le infrastrutture presenti in Grecia come il terminal di Revithoussa, il gasdotto Tap, l’IGB con la Bulgaria e appunto la FSRU possono fattivamente incrinare il monopolio di Gazprom in tutti i Paesi dell’area balcanica. Senza dimenticare che il trasporto marittimo greco del settore gasiero è ormai legato a doppia mandata al mercato globale del Gnl americano.

@FDepalo

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