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Perché Putin ha mandato Gerasimov al fronte?

Il capo delle forze armate russe Gerasimov era a due passi dal fronte e ha rischiato di essere colpito dagli ucraini. Perché Mosca rischia la vita di un altro ufficiale?

L’intelligence ucraina sa come si muove il generale Valery Gerasimov, capo delle Forze armate russe, chiamato dal Cremlino (leggasi il presidente Vladimir Putin) a mettere la faccia sull’assalto a Sloviansk — città a sud di Izium e di Kharkiv, passaggio cruciale dell’offensiva del Donbas su cui Mosca si è concentrata in questa seconda fase dell’invasione.

Anton Gerashchenko, advisor del ministero degli Interni di Kiev, lo dice chiaramente su Twitter: domenica Primo maggio ci sono state “esplosioni” a Izium, “vicino al quartier generale russo” (per inciso si trattava di attacchi dell’artiglieria ucraina contro la School N12 occupata dai russi), e ci sono stati diversi feriti. Poi aggiunge: “È noto che il  capo di stato maggiore Gerasimov russo era lì per guidare l’attacco su Sloviansk”.

Secondo le informazioni che avevano fatto circolare inizialmente gli ucraini, il generale era rimasto ferito, poi trasportato in elicottero a Belgorod — città appena oltre il confine scenario di vari incidenti behind the lines russe — per poi essere imbarcato su un aereo diretto a Mosca. Non è  possibile confermare questa ricostruzione, ma probabilmente era infowar. Altre fonti occidentali ritengono l’ufficiale illeso — sebbene tirato fuori dal fronte con le stesse metodologie, trasferimento in elicottero e poi rientro nella capitale, ma prima dell’attacco.

La precauzione è necessaria, anche perché Gerasimov è un bersaglio grosso e un suo ferimento — o ancora peggio un’uccisione — può cambiare le sorti del conflitto. Gli ucraini lo sanno e anche per questo fanno rumore, per quanto possa essere rischioso produrre a Mosca un ulteriore pretesto. Lo scotto sarebbe dolente, colpire il più alto in grado nella Difesa russa significherebbe un nuovo danno di immagine dopo il “Moskva, il ritiro da Kiev, e i vari ufficiali persi durante quella che Mosca potrebbe presto iniziare a non chiamare più “operazione militare speciale”, ma guerra.

E forse anche a questo si lega la presenza di Gerasimov su quel territorio caldissimo — Izium è occupata dai russi, ma sulla linea dei combattimenti. Inviare il capo di Stato maggiore potrebbe essere stato uno dei modi con cui il Cremlino prepara la nuova (più spinta) narrazione. La Russia potrebbe formalmente dichiarare guerra all’Ucraina — cosa che non ha fatto finora anche per tenere controllato lo storytelling interno — il 9 maggio, ossia tra le celebrazioni nazionali per la Festa della Vittoria. Questa è una delle valutazioni pubbliche dell’intelligence inglese.

Fosse confermata la lettura di Londra, la presenza di Gerasimov sul campo potrebbe essere usata come testimonianza di un necessario aumento del coinvolgimento da offrire ai cittadini russi quando e se servirà. Una mossa diversa dalle usuali: i generali normalmente comandano le truppe da basi lontane dal fronte, al sicuro dai colpi del nemico perché sono ufficiali molto importanti, solitamente messi alla guida di formazioni militari ampie e articolate. Ancora di più questo vale per il capo di Stato maggiore, che comanda tutte le forze armate.

Sempre secondo gli ucraini, nell’attacco di domenica a Izium sarebbero stati uccisi soldati russi (si dice diverse dozzine), compreso un generale, Andrei Simonov, comandante della Seconda armata combinata. Stando a fonti occidentali, questo assessment è cedibile. Il 23 aprile — ossia il giorno prima dello scatto dei due mesi di guerra — i funzionari ucraini hanno affermato che le loro forze hanno eliminato altri due generali russi, e ne hanno ferito gravemente un terzo, nei combattimenti vicino a Kherson, nell’Ucraina meridionale. I rapporti precedenti di Kiev parlavano di altri setti ufficiali morti nelle settimane precedenti. Saremmo a dieci.

Nella maggior parte degli eserciti professionali, sono i sottufficiali (noti con l’acronimo inglese NCO) a supervisionare le truppe e spesso ad assumere il comando di unità più piccole in fase di guerra. L’esercito russo manca di un livello paragonabile di leadership considerati spesso la “colonna vertebrale” delle forze Nato. Questo può aver costretto gli ufficiali più anziani ad andare sul campo, anche in ordine sparso, per imprimere la loro autorità sui loro comandanti subordinati e gestire la situazione da soli. Anche perché mancava un comando unico.

Da meno di un mese la Russia ha affidato questo ruolo al generale Aleksander Dvornikov, negli anni scorsi noto per le operazioni spietate contro ribelli e cittadini siriani. Non è chiaro se i problemi siano stati risolti, al di là di una cambio di metodologia d’attacco incentrata sulle infrastrutture di collegamento ucraine. Possibile che Gerasimov — numero tre dell’intera guerra dopo il presidente Putin e il ministro della Difesa, Sergei Shougu — fosse lì per vedere dal vivo quali falle tra quelli che hanno afflitto da subito l’offensiva russa ancora persistono. Probabilmente tra queste restano le linee logistiche rallentate, le truppe non adeguatamente organizzate, la sicurezza fornita agli alti ufficiali scarsa.

Uno dei modi tramite cui Kiev — e forse altre intelligence alleate — hanno ottenuto informazioni di tracciamento per colpire i generali, e forse anche quelle su Gerasimov, è la comunicazione. Le forze russe hanno moderne radio criptate Azart, ma secondo un rapporto del Royal United Services Institute potrebbero essere ancora troppo poche — forse anche a causa della corruzione che affligge tutta la catena di manutenzione. Per questo i soldati russi hanno fatto ricorso alla radio non criptata e ai normali telefoni cellulari, facilmente intercettabili e geolocalizzabili.

E se i colpi contro i generali come Gerasimov fanno più notizia, “penso che le pesanti perdite tra i comandanti di battaglione, reggimento e brigata russi potrebbero essere un problema ancora più grande delle perdite dei generali”, ha sottolineato Rob Lee del King’s College di Londra parlando con l’Economist: “È davvero difficile sostituire queste perdite” che si susseguono settima dopo settimana. È forse anche davanti a questi colpi subiti costantemente, che abbassano il morale delle truppe, che il Cremlino potrebbe aver mosso Gerasimov — il capo di tutti coloro che indossano la divisa russa — col rischio di perdere la regina in questa partita a scacchi di artiglieria.



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