La recensione di “Circular economy manager”, scritto da Andrea Geremicca, dg dell’European Institute of Innovation for Sostainability (Eiis), docente e autore per “Harvard Business Review Italia”, nonché esperto della Singularity University, e Nicola Tagliafierro, Circular Economy Manager fino al 2020, oggi Global Sustainability Director di Enel X e primo italiano ad entrare nel First Movers Program presso l’Aspen Institute
Se fate parte di quei lettori che ancora si domandano come mai l’Ue dopo la Brexit continua a comunicare “inter se” e con il resto del mondo in inglese, se avete per un solo momento coltivato l’idea che non fosse del tutto fuori di testa quel parlamentare che voleva recuperare la lingua ufficiale del nostro Paese espungendo, almeno nei documenti pubblici, il sintetico e commerciale idioma britannico, beh, preparatevi ad una full immersion nel regno della parola inglese. Infatti a cominciare dal titolo “Circular economy manager” (Hoepli editore, 2023), e dalle professioni degli autori Andrea Geremicca, dg dell’European Institute of Innovation for Sostainability (Eiis), docente e autore per “Harvard Business Review Italia”, nonché esperto della Singularity University, e Nicola Tagliafierro, Circular Economy Manager fino al 2020, oggi Global Sustainability Director di Enel X e primo italiano ad entrare nel First Movers Program presso l’Aspen Institute, il libro si muove in un labirinto semantico in cui nessun concetto può traspirare se non attraverso figure, istituti, creature, prodotti pensati in inglese. Tradotti tuttavia, a misura del pubblico più vasto dai due autori che possono ben fregiarsi del merito di aver raccontato la nascita di una nuova professione.
Il punto di partenza della monografia si situa nella nostra contemporaneità che vive il tempo estremo della consunzione delle risorse naturali e della ricerca di una crescita “sostenibile”, compatibile con l’ambiente e con la persona umana. Un nuovo modello di sviluppo, dunque, che impone nuove consapevolezze etiche ma anche un ribaltamento della visione economica e delle stesse figure professionali chiamate ad inverare il contenuto della sostenibilità.
Nell’economia circolare il valore delle risorse naturali è collegato all’obiettivo di una loro ottimizzazione nell’arco temporale più lungo. Tale peculiarità rappresenta anche la traccia su cui verrà svolto il processo circolare, dalle caratteristiche qualitative e quantitative delle materie prime impegnate al loro modo di utilizzo, dai cicli d’uso dei beni e dei prodotti, al loro riutilizzo, riciclaggio e riuso, insomma una sorta di rivoluzione copernicana che prende le distanze anche dal vecchio orizzonte ontologico dell’inesauribilità per accettare quello del limite.
In questo contesto pieno di conseguenze, che vanno dalla gestione dell’impresa alla formazione delle nuove sapienze, alla consapevolezza di un andamento reticolare delle conoscenze e delle implicazioni, sorge anche la questione della nascita di nuove professionalità capaci di svolgere un ruolo trainante nel nuovo mondo dell’economia circolare. Il libro di Geremicca e Tagliafierro, cui va il merito di aver sperimentato la via di un linguaggio aperto, rifuggendo la “confort zone” di una semantica eccessivamente specialistica – che abbonda in una generosa manualistica sul tema – racconta, usando aneddotica, percorsi esperienziali, esempi concreti, case history, senza scostarsi dal rigore dell’ analisi, come si diventa un Cem, un Circular Economy Manager. Partendo dalla start up, naturalmente.
Il percorso è indicato a beneficio dei neolaureati, cui vengono rappresentati gli ambiti di impegno nelle diverse dimensioni dell’azienda: dalla start up alla piccola e media azienda fino all’azienda grande, tenendo d’occhio, insieme al profilo della competenza, anche sul suo profilo umano, emotivo, empatico. Perché, concludono i due autori, “noi umani siamo tutti sulla stessa barca e la barca fa acqua”. Quello che serve, allora, è “gente comunque disposta a sporcarsi le mani, immergersi, individuare le falle e ripararle”. Più chiaro di così…