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Migranti, business, Ue. Tutti i risultati del trilaterale Italia-Slovenia-Croazia

La IV Riunione ad Ancona dei ministri degli Affari Esteri dei tre paesi apre scenari innovativi sulla cooperazione nell’Alto Adriatico. Tajani: “Attenzione all’area, Italia sempre più protagonista”. Il dialogo a tre inoltre rappresenta un’interessante piattaforma politica per favorire uno dei punti nevralgici dei programmi europei: l’allargamento a est

Una piattaforma politica tripartita che ha la sua base nel mare Adriatico, dotata di più voci, per discutere le questioni più importanti sul piano economico, dei migranti, dell’integrazione europea. Il trilaterale Italia-Slovenia-Croazia porta in dote una proposta programmatica multilivello, che spazia su più fronti e con un cono di interesse legato a un’area in cui, come ha sottolineato il ministro degli esteri Antonio Tajani, l’Italia è sempre più protagonista.

Migranti

Pattuglie, scambio di informazioni, coordinamento con Bruxelles: la cooperazione trilaterale trova il suo primo punto di caduta proprio nel dossier migranti. A settembre si svolgerà un’esercitazione congiunta nel settembre per testare e migliorare la cooperazione e il coordinamento tra le autorità competenti per le operazioni SAR e testare la consapevolezza situazionale e l’uso dei sistemi di comunicazione e canali tra le autorità.

L’obiettivo dei tre paesi è quello di potenziare pattuglie ai confini, all’interno di una strategia complessiva che comprenderà il miglioramento delle procedure di riammissione, il rafforzamento dello scambio di informazioni anche a fini investigativi e il coordinamento delle posizioni nazionali nei competenti organi istituzionali dell’Unione Europea. La Dichiarazione congiunta di Ancona firmata oggi dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e i colleghi di Croazia e Slovenia in occasione della Trilaterale di cooperazione sull’Alto Adriatico detta le linee guida di tale percorso condiviso di cooperazione che proseguirà anche nei settori di interesse comune: ovvero il contrasto alla criminalità organizzata transnazionale, alle reti del traffico di migranti, alla tratta di esseri umani, al narcotraffico e alla criminalità informatica, nonché allo sviluppo di approcci nella prevenzione e nella lotta al terrorismo e all’estremismo violento.

Blue economy

Antonio Tajani e gli omologhi di Croazia e Slovenia, Gordan Grlic Radman e Tanja Fajon, hanno messo l’accento sull’esigenza di sviluppare maggiormente la blu economy, certi che “l’importanza di lavorare insieme all’attuazione dei piani di gestione pluriennali esistenti per i piccoli pelagici e le specie demersali nell’Adriatico nell’ambito della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo”.

Portualità

Tema centrale del bacino adriatico è evidentemente quello legato ai porti, passaggio su cui lo stesso Tajani e il premier Giorgia Meloni da tempo insistono al fine di creare una solida rete tra partner. L’economia del mare, il turismo, la crescita economica e le infrastrutture rappresentano la chiave per rendere il trasporto intermodale ed economico più competitivo, ha detto il ministro: “Vogliamo che i porti dei nostri tre Paesi possano essere più competitivi, non solo per le esportazioni dei nostri prodotti, ma vogliamo anche importare”. Un punto questo che si lega a doppia mandata alla tutela del mare, sia dal punto di vista ambientale sia in quanto straordinaria risorsa economica. Per cui il lavoro all’orizzonte sarà quello di usare i porti non solo per le esportazioni dei nostri prodotti”, ma “vogliamo anche importare”, ha detto il ministro.

Allargamento Ue

Italia, Croazia e Slovenia, inoltre, rappresentano un’interessante piattaforma politica per favorire uno dei punti nevralgici dei programmi europei: l’allargamento a est. I Balcani devono accelerare il percorso in Ue e al contempo Bruxelles deve intensificare “il ruolo per la resilienza dei Paesi”. Una traccia, questa espressa dai tre ministri, che si incastra in uno dei settori maggiormente strategici dell’Ue, puntando al rafforzamento dei programmi di riforma. Non solo un netto sostegno all’integrazione dei Balcani occidentali, ma anche l’utilizzo di misure concrete per un’integrazione accelerata e graduale. Secondo Tajani la stabilità nei Balcani è fondamentale affrontare altri problemi in un’area dove “l’Italia è sempre più protagonista, vogliamo svolgere un’azione di stabilità perché senza stabilità è difficile affrontare anche altri problemi”.

Ucraina

I tre partners hanno discusso anche di temi extra adriatici, ma di estrema attualità, come l’Ucraina, e il ministro degli Esteri croato, Gordan Grlic Radman ha annunciato che il prossimo 11 ottobre ospiterà una conferenza internazionale dei donatori a Zagabria per lo sminamento dell’Ucraina. Anche “la Croazia è stata vittima di un’aggressione in passato e ha dovuto sminare tante aree del suo territorio”, ha spiegato, aggiungendo che per ricostruire un Paese “prima si deve sminare”. Tajani sul punto ha garantito che “l’Italia metterà a disposizione il proprio saper fare e tutte le informazione possibili perché queste mine artigianali fanno vittime tra la popolazione civile e soprattutto tra i bambini”.

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