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I segreti del potere, ovvero una visione diversa da quella di Meloni. L’opinione di Tivelli

Per fortuna un premier non comunica solo una volta l’anno e potrà trovare ben altre occasioni in cui finalmente affrontare questioni che sono le più appropriate per chi è alla guida del Paese. Senza cadere nella vulgata giustificazionista dei complotti e delle trame oscure…

“Cosa vedono le mie fosche pupille!”. Questa forse potrebbe essere la sintesi plastica della sostanza della conferenza stampa di inizio anno di Giorgia Meloni. Evidentemente però io e il presidente del Consiglio abbiamo occhi e occhiali molto diversi… Una conferenza che sottolinea ulteriormente la differenza tra “silenziocrazia” e “cicalecciocrazia”. Un tema che ho sottolineato in un mio ultimo libro appena pubblicato dal titolo: I segreti del potere. Le voci del Silenzio (Rai Libri).

Ebbene, il mio libro oltre che di un mio lungo saggio introduttivo si nutre di 14 capitoli, ognuno frutto di un ritratto e un dialogo con una personalità, in qualche modo, del Deep State o di quello che si può definire “l’effettivo governo del Paese”. Quello che matura nel silenzio, senza troppe dichiarazioni né facile cicaleccio, accompagnato da una sana riservata operosità che è il fulcro della silenziocrazia. Ebbene, dopo aver ascoltato e riletto le dichiarazioni di Giorgia Meloni, mi sono chiesto se sia io, che tutte le 14 personalità coinvolte nel libro, non abbiamo forse gli occhiali giusti. Ognuna di queste personalità è stata infatti interrogata e si è pronunciata sul funzionamento del sistema del Potere e dei poteri.

Nessuno ha manifestato di vedere qualcosa di simile a quello che un tempo si sarebbe chiamato il Fodria (Forze Oscure Della Reazione In Agguato), né complottismi o piroghe diffuse fatte di persone che remano contro o sabotaggi. Una immagine che è, invece, emersa dai non pochi paracomplottismi evocati dal presidente Giorgia Meloni. La quale ha affermato con forza di “non essere ricattabile”, anche se non si capisce bene chi la ricatterebbe o la potrebbe ricattare, salvo alcuni accenni un po’ sibillini. Certo, sono rimaste ovviamente in qualche ambito dei sistemi del potere, figure e persone nominate dalla sinistra, o apparentemente tecniche, ma sostanzialmente vicine alla sinistra.

Ma da qui ad evocare una sorta di rischio di complotti più o meno in atto nei confronti del presidente del Consiglio, passa non poco. Anche un grande rabdomante del sistema dei poteri, come il fondatore del Censis, Giuseppe De Rita (nel libro citato) si guarda bene dall’evocare aspetti simili, anzi sottolinea che l’alta amministrazione di uno stato per funzionare bene ha bisogno di una qualche forma di continuità e non fa il minimo accenno, né tantomeno sibillino, a qualche tipo di potere in agguato.

E se invece rovesciassimo la visione ed evocassimo che molto probabilmente il vero complotto Meloni ce lo ha in casa sua? Che i suoi principali “sabotatori” (anche in buona fede) sono tra i non pochi personaggi di Fratelli d’Italia, fra qualche pistolero improvvisato e non pochi “pistoleri delle parole” con la mira sbagliata che sono sparsi qua e là nel territorio o nel Parlamento. E se Giorgia Meloni corresse il rischio di fare un po’ la parte di una sorta di influencer che martella dai social contro altri, contro chi sa quali poteri forti o occulti, contro qualche personalità della sinistra, mentre i follower peggiori che moltiplicano tesi di questo genere, e di fatto remano contro la loro leader li ha in casa o tra i suoi compagni di partito?

Credevamo che una sorta di “psicosi cospirazionista” fosse una delle malattie non poco diffuse tra le tribù dei social. Che senso ha il fatto che ad alimentare qualcosa di simile sia il presidente del Consiglio, che ovviamente come tale continua a meritare il rispetto del Paese? Dal quale sarebbe poi da aspettarsi, invece, la manifestazione e la comunicazione di una visione di fondo rispetto ai veri problemi del Paese di una possibile terapia anche a medio termine delle quali sostanzialmente non si è sin qui visto niente… Per fortuna un premier non comunica solo una volta l’anno e potrà trovare ben altre occasioni in cui finalmente affrontare queste questioni che sono le più appropriate per chi è alla guida del Paese. Senza cadere nella vulgata giustificazionista dei complotti e delle trame oscure…



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