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Ecco la mossa disperata della Cina per salvare le piccole banche

Gli istituti rurali alla periferia del Dragone sono legati a doppio filo al destino dei giganti del mattone, ormai quasi tutti malati terminali. E per evitare un contagio del debito, Pechino vara un maxi consolidamento del credito

Un’operazione mastodontica, sensazionale. E per questo storica. Con l’obiettivo, dichiarato, di salvare il salvabile. Ovvero quelle banche dalle spalle troppo strette, finite loro malgrado nella bolgia invernale del mattone e dei suoi giganti, ormai caduti o prossimi al crollo. I piccoli istituti di territorio cinesi, quelli disseminati nelle immense province alla periferia del Dragone, hanno per anni prestato denaro alle Evergrande di turno, senza sapere che i progetti immobiliari non stavano in piedi. E che il mercato, ovvero i possibili acquirenti di case, avrebbero voltato le spalle alle società del mattone. Niente immobili venduti, niente prestiti ripagati.

Ora arriva l’ennesimo colpo di mano. Con le autorità cinesi che si apprestano a mettere in pratica il maggior consolidamento nel settore bancario degli ultimi 30 anni di storia cinese. Come? Fondendo centinaia di istituti di credito rurali in colossi regionali in mezzo a crescenti segnali di stress finanziario, ha rivelato Bloomberg.

Dopo aver progettato fusioni di cooperative rurali e banche commerciali in almeno sette province a partire dal 2022, il governo ha inserito la gestione dei rischi nel settore delle banche di territorio, una mina potenzialmente da 6,7 trilioni di dollari, tra le massime priorità per quest’anno. Gli istituti minori non possono sopravvivere da soli, non hanno sufficiente cassa per stare sulle loro gambe. Occorre unire le forze, prima che sia troppo tardi.

Un numero su tutti. Le 2.100 banche del sistema cooperativo rurale cinese hanno visto il loro rapporto di crediti deteriorati attestarsi al 3,48% alla fine del 2022, più del doppio di quello dell’intero settore. Ed è proprio qui che i rischi si concentrano maggiormente tra le istituzioni finanziarie del Dragone, ha fatto sapere Liu Xiaochun, vicedirettore del think tank Shanghai Finance Institute.

“E una soluzione chiave per risolvere i rischi e questa soluzione è rappresentata dalle fusioni e dalle riorganizzazioni, non c’è alternativa”. La posta in gioco è però alta anche sul versante politico. Centinaia di persone hanno protestato nella provincia centrale di Henan nel 2022, dopo che alcuni piccoli istituti di credito locali li hanno lasciati senza risparmi. Avevano finito la liquidità.

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