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La guerra e il crollo dei prezzi non fermano Eni

Il Cane a sei zampe chiude il 2023 con un utile netto a 4,7 miliardi, influenzato dal calo dei prezzi nella seconda metà dell’anno. Ma la produzione di idrocarburi macina ricavi

Un anno positivo, se non altro per il contesto globale, decisamente avverso. Eni non poteva fare di meglio nel 2023, nonostante due guerre alle porte d’Europa dall’esito e portata ancora tutti da decifrare. Ma è certo che il calo dei prezzi energetici dopo la fiammata seguita all’invasione russa dell’Ucraina si è fatta sentire sui conti del Cane a sei zampe. Il gruppo dell’oil&gas partecipato da Cassa depositi e prestiti e guidato da Claudio Descalzi ha infatti registrato nel 2023 un utile netto di 4,7 miliardi, in calo del 66%, mentre l’utile netto adjusted è sceso del 38% a 8,2 miliardi.

Nel 2023 Eni, che lo scorso anno ha festeggiato i 70 anni di attività ed è oggi in prima linea per la messa a terra del Piano Mattei, ha aumentato del 3% la produzione di idrocarburi a 1,65 milioni di barili di olio equivalenti al giorno. Nel solo quarto trimestre dell’anno scorso la crescita è stata del 6% a 1,70 milioni di barili rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel quarto trimestre l’utile operativo adjusted del settore E&P (esplorazione e produzione) è stato di 2,4 miliardi (-17% rispetto al quarto trimestre 2022), “impattato dall’indebolimento dei prezzi di realizzo, in parte compensato dalla notevole ripresa della produzione di idrocarburi”, hanno chiarito da San Donato.

Ma Descalzi ha di che sorridere. “Il 2023 è stato per Eni un altro anno di eccellenti risultati, nonostante uno scenario incerto e volatile. Abbiamo conseguito ottimi risultati sia finanziari che operativi, progredendo nella nostra strategia di creazione di valore, di decarbonizzazione e di contestuale garanzia di stabilità e affidabilità delle forniture energetiche. I risultati finanziari di gruppo sono stati eccellenti con un Ebit proforma di circa 18 mld e un utile netto adjusted superiore a 8 miliardi. La generazione di cassa operativa con 16,5 miliardi su base adjusted prima dell’assorbimento del circolante ha assicurato un significativo surplus in aggiunta al sostanziale ritorno di cassa agli azionisti di 4,8 miliardi”.

Entrando nello specifico delle attività del gruppo, “il nostro modello satellitare distintivo si conferma un’efficace leva nell’accelerazione della crescita di valore, contribuendo alla nostra performance in modo sostanziale”, ha sottolineato il numero uno di Eni. Il quale ha ricordato la finalizzazione recente della “acquisizione di Neptune che, con il suo portafoglio prevalentemente a gas, e sinergico ai nostri asset in Nord Europa, Indonesia e Nord Africa, costituirà un elemento chiave per i nostri piani di sviluppo”.

Non è finita. “Nel 2023 abbiamo avviato nel rispetto dei tempi e dei budget i due rilevanti progetti Baleine in Costa d`Avorio e Floating GNL Congo. Grazie agli straordinari successi esplorativi in Indonesia e in altre geografie abbiamo confermato la nostra leadership nel settore; al tempo stesso abbiamo conseguito il massimo livello di produzione rispetto all’intervallo obiettivo annunciato. Il settore Ggp ha realizzato risultati record facendo leva sulla qualità del portafoglio, azioni di ottimizzazione e favorevoli accordi contrattuali”.

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