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Tutti gli investimenti in gioco sull’asse Indo Mediterraneo

Dietro l’investimento da 12 miliardi di dollari del gruppo indiano Rana nella produzione di idrogeno verde in Egitto si cela non solo la energy-diplomacy di Nuova Delhi ma le mosse geopolitiche nel solco dell’Indo Pacifico ed Ue sulla scia del concetto di Indo Mediterraneo

Un concetto, quello dell’Indo Mediterraneo. Un ventaglio di policies dedicate, come quelle immaginate dall’India di Modi. Un’opportunità per i Paesi che si affacciano sul mare nostrum, in primis l’Italia, di essere parte attiva. L’idrogeno verde come un frammento della energy-diplomacy che corre sull’asse IndoMediterraneo, un luogo ma soprattutto un filo pensante che lega idealmente il bacino indiano all’intero mare nostrum, nella consapevolezza che, come più volte sottolineato da Giorgia Meloni, questo nuovo corridoio economico India-Medio Oriente-Europa consentirà di liberare un enorme potenziale per le singole imprese su molti progetti come il green, le infrastrutture e le connessioni digitali.

La scelta del gruppo indiano Rana di effettuare un forte investimento nella produzione di idrogeno verde in Egitto abbraccia un progetto, quello di Modi, che va sostenuto e incrociato con le esigenze dei singoli players.

L’investimento al Cairo

L’investimento indiano in Egitto sarà di 12 miliardi di dollari per la produzione di idrogeno verde, come annunciato dal ministro plenipotenziario del commercio e capo della rappresentanza commerciale Yahya Al Wathiq Billah incontrando i rappresentanti del gruppo indiano Rana, azienda leader in diversi settori economici come vicoli elettrici, attrezzature agricole, satelliti e transizione. Così il gruppo Rana guarda al continente africano e mira ad esplorare opportunità di investimento in Egitto alla luce degli incontri tenuti dall’Ufficio Commerciale Egiziano a Nuova Delhi con i funzionari del gruppo indiano.

L’iniziativa indiana si inserisce all’interno di una lunga serie di progetti ad ampio spettro che vedono come punto di caduta l’Egitto. È il caso della joint venture Zero Carbon Green Planet (ZCGP) con sede ad Abu Dhabi e il fornitore egiziano di soluzioni per la gestione dei rifiuti Green Planet for Sustainable Environmental Solutions: verrà realizzato un sistema ad alta tecnologia “Zero Carbon in attesa di brevetto” per recuperare i rifiuti organici al Cairo. Secondo Martin Reynolds, ceo e co-fondatore di Zero Carbon Ventures, il nuovo impianto di produzione avanzato estrarrà ogni goccia di valore dai rifiuti che altrimenti finirebbero in discarica, per realizzare nuovi prodotti che verranno riutilizzati sul mercato. Si parla già di 400 tonnellate di rifiuti organici al giorno tramutate in grafene, idrogeno, fertilizzanti e altri prodotti preziosi, impedendo al contempo a migliaia di tonnellate di metano e CO2 di fuoriuscire nell’atmosfera.

Ma non è tutto, perché pochi giorni fa l’India ha siglato un accordo di libero scambio con Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein ovvero i quattro paesi che appartengono alla European Free Trade Association (Efta). L’obiettivo è abbattere le tariffe su vari prodotti al fine di favorire investimenti diretti dall’estero. Nello specifico, sono coinvolti in queste nuove attività il commercio di beni e servizi, la promozione degli investimenti e della cooperazione, la proprietà intellettuale, gli appalti pubblici, il commercio e lo sviluppo sostenibile.

Italia-India

Perché la mossa indiana presenta degli interessantissimi intrecci con le dinamiche geopolitiche mediterranee? Intanto perché, proprio mentre lievitano fronti solidi (come G7, Imec, Africa e difesa) Roma e Nuova Delhi continuano nel rafforzamento delle relazioni bilaterali. Passaggio ribadito recentemente dal ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, secondo cui “nell’Italia troviamo un partner, molte delle grandi iniziative che l’India ha intrapreso sono state sostenute dall’Italia”. Era il novembre scorso e il ministro indiano fu protagonista di una due giorni romana di incontri con l’omologo italiano Antonio Tajani, con i ministri Guido Crosetto, Adolfo Urso e con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tutte interlocuzioni sull’asse costruito da Modi e Meloni nelle varie occasioni in cui i due leader hanno raggiunto la consapevolezza dell’utilità strategica di una partnership diversa rispetto al passato, per camminare assieme in vari dossier.

È il caso del settore agricolo: il mercato indiano di macchine e attrezzature per l’agricoltura nel 2023 ha varcato la soglia dei 13,5 miliardi di euro e continuerà a crescere. Nel 2032 secondo uno studio realizzato dall’Ice il settore dovrebbe raggiungere la quota di 27 miliardi di euro, per cui la produzione di questo tipo di macchine italiane è molto appetibile per il mercato indiano che guarda con convinzione ai prodotti made in Italy. La 46ma edizione della fiera dedicata Eima si terrà a Bologna dal 6 al 10 novembre, con la presenza di una folta delegazione indiana.

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