A Roma, presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, un convegno dedicato alla Legge 206/2023. Il ministro Adolfo Urso: “Il nostro Pil cresce, è il momento del made in Italy”. Maurizio Gasparri, ironico: “All’estero troppe serie-tv italiane con violenza”
Si è tenuto a Roma, ieri, a Palazzo Piacentini, presso il ministero delle Imprese del Made in Italy, un convegno dal titolo: “Nuova legge 206/23 sul Made in Italy: grandi opportunità per novi sviluppi”. Dopo una ampia e articolata introduzione della professoressa Rossana Pace, specialista del settore, autrice di Made in Italy (Koiné Nuove Edizioni), ha preso la parola il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Egli ha ricordato che il 15 aprile, data della nascita di Leonardo da Vinci, è il giorno in cui si festeggia la Giornata Nazionale del Made in Italy. E che quest’anno, in questi due ultimi mesi, gli incontri sono stati molteplici e in diverse città italiane. Leonardo, ha continuato Urso, era uno scienziato che alternava «gli studi letterari con quelli matematici e fisici, inclusi gli studi innovativi per il tempo sul volo. Un uomo, subito, studiato in tutto il mondo allora conosciuto». Passando alla attuale situazione economica italiana, Urso, ha precisato che «l’Italia ora ha un Pil maggiore di Francia e Germania, e che i principali Fondi di investimento guardano al nostro Paese con interesse. È il momento di sostenere il Made in Italy».
Maurizio Gasparri, nel suo breve intervento a braccio, ha ricordato che non solo i beni artistici, il tessile o il cibo parlano dell’Italia all’estero, ma anche il cinema e le serie TV. Ha sottolineato, ironicamente, «che non possiamo far vedere solo serie-Tv di mafia e camorra, fenomeni che purtroppo esistono, ma dovremmo mostrare anche le nostre bellezze». Forse, preoccupato di ripetere involontariamente la storica gaffe di Giulio Andreotti, del 1949, quella sul Neorealismo cinematografico con «i panni sporchi da lavare in casa», ha subito aggiunto: «Non intendo nascondere la realtà, come qualcuno potrebbe pensare, ma, semplicemente, non trascuriamo le bellezze del nostro Paese».