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L'amarcord di Sorrentino, felliniano ma non troppo

“È stata la mano di Dio” (2021) di Paolo Sorrentino è un viaggio di formazione di un giovane che osserva con disincanto un mondo che sta scomparendo e affronta il dolore con maturità. Lo stile allusivo dona al film una magia che rischia però di appannarsi quando la metafora è insistita. Il parere di Eusebio Ciccotti

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