Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Un luogo intrinsicamente laico

Il progetto culturale del “cortile dei gentili” è un’opportunità per tutti, credenti e non: una novità in un dibattito (spesso fra sordi) arenatosi sui concetti di laicità (e/o laicismo), secolarizzazione, post-secolarismo.
Le idee che lo ispirano sono sostanzialmente due: la proficuità del pluralismo religioso (o meglio di convinzioni sulla religione, compresa la prospettiva di atei e agnostici); il rapporto stretto fra ragione e fede. Benedetto XVI, forte di una lunga tradizione di “teologia razionale”, ritiene infatti che, all’interno della dimensione della fede, la ragione possa avere un ruolo importante, autonomo e non sussidiario. E in questa autonomia il credente trova naturale convergenza con ogni essere a sé simile o razionale.
Si tratta, nel primo caso, di una verità ideale, che è necessario sia universalmente condivisa da tutti gli uomini di buona volontà; la seconda idea ispiratrice è tesa invece ad affermare una verità che pretende sì all’universalità, ma che di fatto è empirica e costretta a confrontarsi con tutte le altre pretendenti.Non solo quelle di chi non crede o è credente in altre fedi, ma anche le “verità” di coloro che, all’interno dello stesso cristianesimo, si richiamano ad altre tradizioni di pensiero, anche opposte, come ad esempio quella “teologia negativa” o mistica a cui un agnostico dialogante come me si sente più affine.
 
Per quanto concerne il pluralismo, che esso sia un valore per i laici e i liberali è forse ovvio, ma non è certo pacifico. Quanti sedicenti tali ragionano infatti ancora oggi come i philosophes francesi del Settecento o gli anarchici italiani “mangiapreti” del secolo successivo, ritenendo se non proprio che i credenti siano tutti dei fanatici pericolosi, almeno che rappresentino una concezione falsa e arcaica che il progresso e il diffondersi e perfezionarsi della ragione finiranno alla fine per superare? È la posizione anche degli scientismi redivivi: un modo di pensare che ha agito così a fondo nell’animo dell’uomo occidentale, anche a livello inconscio, che autori come Dawkins o Hitchens, o il nostro Odifreddi, con tutta la loro sicumera e arroganza di essere nel vero, finiscono per godere ancora oggi di vasto e convinto favore di pubblico. Lo scientismo non è affatto laico perché non fa i conti con il principio fondante della laicità: quel dubbio di cui un non dimenticato Maestro di laicità come Bobbio, solo per fare un esempio, ha tessuto indimenticabili elogi.
 
Credo tuttavia che l’elemento su cui non si è forse sufficientemente riflettuto, soprattutto da parte laica, è che non solo il dubbio è anche cristiano ma, più radicalmente, è da considerarsi consustanziale alla fede nel Cristo dei Vangeli. Una fede fatta di certezze è non solo intollerante, ma lontana mille miglia dalla fragilità umana del figlio di Dio che arrivò persino a dubitare di essere stato abbandonato dal Padre. Ogni cristiano, se vive in modo non estrinseco ma spirituale la propria fede, è ogni giorno impegnato a verificarla attraverso le mille prove (dubbi) che la vita gli presenta davanti.
Il pluralismo può essere pertanto il vero valore aggregante di credenti e non credenti: non un fatto da riconoscere, ma un momento essenziale per riconoscersi; non un dato da ammettere, ma una condizione da desiderare. Non semplicemente perché è la diversità che arricchisce e non isterilisce, ma anche perché si può veramente essere chi si è solo prendendo sul serio la perturbante presenza del diverso. Partire dal valore del pluralismo è un modo non per sconfessare il principio di laicità, ma per completarlo e renderlo più aderente all’umano. La laicità è infatti un principio di separazione, che, in quanto tale, non accetta, a ragione, sfumature.
 
È accaduto che, con la nascita e l’affermarsi dello Stato moderno, ci sia stata una necessaria e funzionale separazione fra sfera religiosa e sfera politica. Una divisione fondata sulla più radicale distinzione fra foro interiore o sfera privata e ambito politico o sfera pubblica. Ma oggi, con il compiersi (che non è necessariamente la fine) della modernità, è sempre più chiaro che, come tutte le distinzioni costitutive del Moderno, anche quelle concernenti la laicità hanno un che di troppo rigido. Se non altro per il semplice motivo che nella individualità e complessità di ogni persona umana idee sulla religione e sulla politica, teoria e pratica, pubblico e privato, sono intrecciati in un modo sempre del tutto singolare che è doveroso riconoscere e rispettare. È necessario insistere pertanto, senza dubbio, sul fatto che il principio laico è meramente formale, e va quindi ogni volta tradotto nelle situazioni particolari in cui è chiamato ad applicarsi. Ma anche, d’altra parte, sulla sua natura di principio meramente pratico o politico, non teorico. La laicità è una bussola atta a farci convivere nel modo più pacifico possibile, senza scannarci, ma non ha assolutamente nulla a che vedere con quelle verità ultime su cui chiunque, anche un non credente, è chiamato a confrontarsi nell’intimo della propria coscienza.
 
Ogni concezione sul rapporto fra ragione e fede concerne proprio questa specifica dimensione teorica o ultima. Si tratta, d’altronde, di un tema classico del pensiero occidentale ed ha enorme valore il fatto che Ratzinger lo stia riportando in auge. L’uomo vive dando senso (passione) e significato (concetti) alle cose del mondo. In questa attività trova la sua soddisfazione, sempre parziale e sempre precaria e provvisoria. Vorrebbe anche dare senso e significato a questa attività e al tutto, ma non vi riesce: il senso e il significato ultimo delle cose gli sfugge, non può coglierlo, gli si sottrae. Di questa incapacità soffre: la sua è una “coscienza infelice” proprio perché, pur protesa verso l’infinito, è sempre completamente immersa nella finitezza. Ritengo che sia proprio in questo spazio o dimensione di “infelicità” che si situa la fede e ogni ragionamento teorico sulle cose ultime.
×

Iscriviti alla newsletter