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Kirkenes, il laboratorio per lo spionaggio russo

Un’inchiesta del Wall Street Journal ha recentemente mostrato il paradosso della cittadina di Kirkenes, nell’estremo Nord della Norvegia, piccolo centro abitato eppure epicentro di operazioni ibride e di spionaggio da parte di Mosca. Nel mentre, l’intelligence della Repubblica Ceca lancia l’allarme sull’utilizzo dei migranti per fini di hybrid warfare da parte del Cremlino

Tokyo stringe il legame con i Five Eyes. Accordo con il Canada

Il Giappone firma con il Canada un accordo per lo scambio di informazioni classificate, rafforzando la cooperazione di sicurezza e compiendo un ulteriore passo verso l’integrazione con l’alleanza di intelligence Five Eyes. Ma il percorso resta complesso, tra sfide tecniche, ostacoli politici e l’irritazione di Pechino

OpenAI blinda i suoi segreti. Scatta l’operazione controspionaggio

OpenAI ha avviato una profonda riorganizzazione della propria sicurezza per proteggere le tecnologie emergenti da tentativi di spionaggio industriale, anche alla luce delle accuse rivolte alla start-up cinese DeepSeek. Tra accessi biometrici, restrizioni interne e nuovi dirigenti con background militare, l’azienda californiana si prepara a difendere la sua proprietà intellettuale nel nuovo campo di battaglia dell’innovazione

Ricostruzione Ucraina. Quando Rizzi (Dis) avvertiva sul rischio infiltrazioni criminali

Dalla ’ndrangheta alle mafie russe, turche e cinesi, il pericolo di infiltrazioni criminali nella ricostruzione dell’Ucraina è concreto, soprattutto nei settori edilizi e finanziari. Ecco cosa diceva il direttore del Dis a marzo

Pechino taceva sul Covid ma rubava segreti. L’accusa Usa all’hacker

Gli Stati Uniti accusano Xu Zewei, presunto hacker cinese arrestato in Italia, di aver rubato dati su vaccini e cure anti-Covid mentre Pechino evitava di condividere informazioni sulla pandemia. Secondo Washington, l’uomo agiva diretto dall’intelligence cinese. Ora si attende il parere del ministero della Giustizia italiano sull’estradizione

Errore d’identità o pedina dello scontro Usa-Cina? Il caso Xu Zewei

Il cittadino cinese finito in carcere a Milano per accuse di hackeraggio si dichiara estraneo: “Qualcuno ha usato il mio account”. L’Fbi lo accusa, il legale parla di errore e l’ambasciata americana spinge per l’estradizione. Con l’ombra del precedente Uss e il viaggio di Salvini a Pechino, il caso è anche politico

Ecco come l’intelligenza artificiale mette alla prova l’intelligence italiana

Nel corso di un convegno a Napoli, Rizzi (Dis), Caravelli (Aise) e Valensise (Aisi) hanno delineato le sfide poste dalle minacce ibride e dall’uso dell’intelligenza artificiale da parte di attori ostili. Dalla disinformazione alle operazioni coperte, cresce l’esigenza di un’azione coordinata tra istituzioni

Dall’oro al carcere. Il caso Strukov e la nuova purga di Putin

Konstantin Strukov, uno degli uomini più ricchi e influenti della Russia, è stato arrestato dall’Fsb mentre tentava di lasciare il Paese con il suo jet privato. Considerato per anni un fedelissimo del Cremlino e finanziatore di Putin, ora è nel mirino delle autorità russe, che vogliono nazionalizzare la sua azienda aurifera. Il suo caso si inserisce in una più ampia campagna di purghe e confische che colpisce oligarchi e settori strategici, in un contesto di crescente paranoia del potere

Cosa sappiamo del presunto hacker cinese arrestato a Malpensa

Un cittadino cinese di 33 anni, Xu Zewei, è stato arrestato il 3 luglio all’aeroporto di Malpensa in esecuzione di un mandato d’arresto statunitense emesso dal Distretto meridionale del Texas per un’indagine Fbi su un gruppo di hacker noti come Hafnium. L’uomo è accusato di furto di segreti sui vaccini anti‑Covid sviluppati presso l’Università del Texas e di altre attività di intrusione informatica finalizzate allo spionaggio di politiche governative statunitensi

Droni chimici e trincee assediate. Il report che inchioda Mosca

Una valutazione congiunta dei servizi segreti militari olandesi e tedeschi conferma un’intensificazione nell’impiego, da parte della Russia, di armi chimiche vietate in Ucraina. Tra queste, l’uso di cloropicrina, un agente lacrimogeno più potente e potenzialmente letale, sganciato da droni su posizioni di trincea, che costringe i soldati a uscire allo scoperto per essere colpiti con armi convenzionali

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