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Il silenzio di Dilma

Il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, è a Cuba per stringere i rapporti con il governo dei Castro. Quarantotto ore nell’isola per salutare Raúl, inaugurare il modernissimo porto de La Habana e firmare accordi commerciali tra i due paesi. All’arrivo in aeroporto, la Rousseff non ha parlato con i giornalisti. Incontrerà sicuramente Fidel Castro e parteciperà ad un atto commemorativo dell’eroe José Martí. Ma al momento la sua agenda non prevede conferenze stampa e nessun incontro con i dissidenti.
Nonostante il silenzio, la visita del capo di Stato brasiliano ha dei risvolti sul tema dei diritti umani nell’isola. La blogger cubana Yoani Sánchez ha scritto una lettera giorni prima della visita, chiedendole di intercedere per la sua richiesta di un visto per viaggiare in Brasile, dove è stata invitata alla prima di un documentario. Dilma Rousseff ha detto di sì, ma il governo cubano deve ancora autorizzare l’uscita di Yoani con la cosiddetta “scheda bianca”. Nessun pronunciamento neanche riguardo alla morte del giovane dissidente cubano, Wilman Villar, scomparso dopo 57 giorni di sciopero della fame.
La visita vuole approfondire la cooperazione bilaterale tra i due paesi nelle aree tecniche, scientifiche e tecnologiche, soprattutto nel settore dell’agricoltura, sicurezza alimentare, salute e produzione di farmaci, secondo un comunicato ufficiale della presidenza brasiliana. Lo sviluppo e gli investimenti del Brasile si stanno espandendo oltre le proprie frontiere: solo con Cuba gli scambi commerciali hanno raggiunto i 642 milioni di dollari nel 2011, circa 31% in più dell’anno scorso.
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