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Dalì e la sua anima italiana

Un pazzo creativo. Un innovatore. “Un artista, un genio”: è questo il titolo della mostra inaugurata questo giovedì al Complesso Vittoriano di Roma. Perché questo era, è Dalì: un artista (surrealista) che ha abbattuto i tempi e ha imposto uno stile che perdura nel tempo. L´esposizione sarà aperta fino al 1° luglio. In contemporanea l´opera di Dalì è anche protagonista dello scenario museistico a Miami.
 
Con un allestimento semplice ma efficace, l’esposizione è divisa in due piani: nel primo, circa 100 opere tra disegni, acquarelli e olii, di tutti gli anni, esposti in un arco temporale dai più recenti a quelli iniziali. Nel secondo piano, fotografie e oggetti ispirati a Dalì. Anche le testimonianze del suo rapporto con il mondo della pubblicità. Molto particolare è una vespa decorata con disegni ed etichette dall’artista e una bottiglia di profumo che sembra avere il suo stesso naso. I visitatori possono anche vedere una serie di giornali e riviste, tra cui l´antica “Vogue”, con le copertine dedicate a Dalì.
 
Oltre a (ri)scoprire Dalì, questa mostra spiega attraverso la suo arte un legame profondo, dalle sue prime opere, con le manifestazioni antiche, specialmente con i grandi del Rinascimento. In “Dalì, un artista un genio”, c’è una particolare attenzione all’influenza che ha avuto la cultura italiana e artisti interdisciplinari come Raffaello, Michelangelo, Visconti e Fellini. Un esempio è la trilogia di Michelangelo, tra cui la personalissima versione di Dalì de “La Pietà”.
 
L’esposizione è a cura di Lea Mattarella, docente di Storia dell´arte contemporanea all´Accademia di Belle Arti di Napoli e Montse Aguer, direttrice del Centro per gli studi daliniani alla Fundaciò Gala-Salvador Dalì. Ed è stato proprio grazie a questa fondazione che è stato possibile riportare a Roma alcuni strani quadri di Dalì che non erano stati presentati nella capitale italiana da più di 60 anni.
 
Uno dei quadri più imponente è “Impressioni d’Africa” (1938), dipinto fatto in parte durante un soggiorno al Foro romano. Ma ci sono anche i famosi: “Il sentimento della velocità”, “Coppia con la testa piena di nuvole”, “Autoritratto con pancetta fritta” e “Lo Spettro del sex appeal”. Sempre tra orologi e melograni, tra sogno e realtà.
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