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Berlino-Parigi, un cuore europeo a corto d’ossigeno

Dopo l’otto luglio a Reims e ora a Ludwigsburg le cerimonie franco tedesche per i 50 anni del trattato dell’Eliseo si concluderanno l’anno prossimo. Si può prevedere che anche il 22 gennaio 2013 cancelliere tedesco e presidente francese si faranno i complimenti. L’amicizia in vigore tra due popoli che tanto si sono combattuti è cosi eccezionale da far scrivere che tale riconciliazione non ha uguali al mondo. Molto bene.Cosa resta però oggi del trattato tra Parigi e Berlino al di là del suo simbolismo? Al momento della crisi monetaria e mentre l’Europa si interroga sull’integrazione politica la coppia franco-tedesca ha ancora ragione di esistere?Non sarebbe invece il tempo di essere più ambiziosi? Di pensare più europeo lasciando da parte quello che resta di ogni vocazione direttoriale per i destini del nostro continente?Dal 4 al 9 settembre 1962 Charles De Gaulle percorrendo tutta la Germania pronunciava una dozzina di discorsi di cui sei in tedesco imparati a memoria per esaltare il riavvicinamento tra Parigi e Berlino. Cinquanta anni dopo la collaborazione franco-tedesca è il cuore dell´Europa, afferma la  Frankfurter Allgemeine Zeitung.A Ludwigsburg dove il generale francese aveva salutato i «giovani di un grande popolo» Angela Merkel e Francois Hollande celebrano le nozze d´oro di una coppia che da quando Nicolas Sarkozy è uscito di scena le Monde giudica meno esclusiva.Le Figaro torna sullo storico discorso del 1962 per affermare come oggi l´amicizia Berlino-Parigi abbia bisogno di trovare nuovo respiro trovando soluzioni a  crisi euro e fusione aeronautica Eads-Bae.Simile il giudizio della Faz che ribadisce il duro test del  debito europeo per la tenuta franco-tedesca. Non più solo rapporti di forza tra due paesi. In gioco è il modello continentale dello stato sociale, scrive il quotidiano renano.Con ironia la Faz nota come nello stesso luogo dove De Gaulle aveva esaltato l´amicizia tra i due paesi anche Hollande abbia superato una prova del fuoco brindando col Riesling.La Süddeutsche Zeitung ritorna sulla questione dei tedeschi potenti controvoglia, per ribadire come finiti i tempi in cui Berlino smaniava per dare l’assalto al potere mondiale, ora sono gli altri che aspettano dalla Germania una egemonia che il paese teme di esercitare.Quanto il passato pesi sulla Germania contemporeanea lo si capisce da un articolo sul rapporto angosciato che i tedeschi hanno con l’inflazione apparso nell´edizione domenicale della Faz.   Il quotidiano ricorda come nelle ricerche di opinione il timore inflattivo venga prima della paura di malattie mortali, crimini violenti e persino delle guerre.Le recenti mosse di Draghi hanno risvegliato l´ansia che in futuro questo flagello possa colpire di nuovo il paese. Si attende con paura il momento della stabilizzazione della zona euro quando le banche allenteranno le briglia del credito. Un ragionamento complesso e alimentato dai fantasmi della storia. Non solo pessimismo però. Secondo il giornale di Francoforte esistono possibilità per sfuggire alla trappola dell’aumento generalizzato e costante dei prezzi anche in caso di politiche Bce più rilassate.Nel giorno in cui secondo il Washington Post la Fed si segnala per la nuova presenza nella vita economica degli Stati Uniti, la Neue Zürcher Zeitung confronta le politiche monetarie di Europa e Usa.Il quotidiano di Zurigo ritiene che i bassi tassi d´interesse siano stati una delle cause della crisi in Europa. Negli Stati Uniti grazie al fattore della mobilità la politica di Bernake riesce a funzionare meglio.Dopo una settimana da dimenticare la stampa Usa segnala la ripartenza di Mitt Romney. L´intervista parallela a 60 Minutes dei due candidati alla presidenza Usa esprime la volontà repubblicana di alzare il tiro sul presidente in carica, scrive la Cbs.Secondo il New York Times sarà Ralph Reed, un evangelista tornato da poco sulla cresta dell’onda, a guidare la pianificazione di una sofisticata microstrategia comunicativa che punta a fare il pieno del voto religioso.Il repubblicano non dimentica l´importanza degli ispanici, il blocco elettorale in maggiore crescita negli States e in grado fare la differenza in quattro degli otto stati cruciali per la vittoria finale  nota il Los Angeles Times. Tra i ladinos Usa il vantaggio di Obama, 66 a 26, appare schiacciante. Il timore dei leader Gop è che in caso di sconfitta a novembre il ritardo del partito nei confronti degli ispanici diventi per lungo tempo incolmabile.Il primo passo concreto della strategia comunicativa del leader repubblicano è stata la presentazione della propria cartella fiscale 2011 da dove risulta che il mormone ha versato nelle casse dello stato il 14 percento del proprio reddito afferma la Nzz.Le reazioni al film islamofobo hanno sviluppato un dibattito europeo su censura e libertà. Secondo le Monde alla frazione del giornalismo arabo, che il quotidiano francese chiama piromane, l’altra parte del Mediterraneo contrappone una stampa eccessivamente preventiva.La Neue Zürcher Zeitung ritiene che in Germania cresca la tendenza a sacrificare valori occidentali, in teoria altamente apprezzati, quando questi creano fastidi. Il giornale di Zurigo ha visto con sospetto la fretta con cui il ministro degli interni di Berlino si è detto pronto a bloccare il film spazzatura anti Maometto. 
Al contrario Marina Le Pen in una intervista a le Monde afferma che laicità e libertà sono irrinunciabili. Questo è il motivo per cui la leader del Fronte nazionale chiede la messa al bando in Francia di ogni simbolo religioso non solo nei luoghi istituzionali ma anche per nelle strade dell´esagono.Affermazioni accolte polemicamente in Francia dove la donna viene accusata di strumentalizzazioni e di voler versare benzina sul fuoco della tensione.La camera bassa del Parlamento di Mosca ha approvato in prima lettura emendamenti legislativi che allargano la definizione giuridica di altro tradimento, riporta il New York Times. Una volta arrivata a termine del percorso parlamentare l’accusa non riguarderà solo chi mette in pericolo la sicurezza dello stato ma anche a chi compromette l’ordine costituzionale, sovranità e integrità territoriale del paese. Secondo il giornale online gazeta.ru sarà possibile accusare di spionaggio anche chi non è nemmeno sospettato di commettere il reato. Stessa valutazione da parte della radio Eco di Mosca. Vedomosti ritiene che si tratti di un provvedimento scritto su dettatura dei servizi di sicurezza federali. 
 
Reportage del Washington Post sulla crisi di Gazprom. Il giornale americano ritiene che caduta della domanda europea, sviluppo dello shale gas e gigantismo burocratico dell´azienda incapace di investire nelle tecnologie  più all´avanguardia del settore, stiano indebolendo la competitività interna e internazionale della struttura economica più potente della Federazione russa.   
 
Dramma dell´alcolismo a Mosca. Una Toyota lanciata a 200 all´ora è piombata su una fermata dei mezzi pubblici in una trada altamente frequentata della capitale russa. Sette morti e tre feriti gravi il risultato dell´incidente. In alcune dichiarazioni riportate dalla tv l´autista ha ammesso di essersi messo alla guida dopo due giorni di sbornie
 
Le elezioni parlamentari più noiose della storia Bielorussia secondo le Monde hanno rafforzato il despota. Spiegel scrive che l´ultimo dittatore d´Europa si sarebbe dichiarato vincitore prima del conteggio dei voti. Prosegue l´attenzione della Neue Zürcher Zeitung nei confronti della Somalia. In una lunga analisi sul paese africano il giornale svizzero si chiede quanto siano giustificate le speranze con cui il mondo ha accolto Hassan Sheikh Mohamud, nuovo presidente di Mogadiscio. 
Con un intervista al New York Times, Mohamed Morsi prepara il suo primo viaggio in Usa da presidente dell’Egitto. L’ex leader dei Fratelli musulmani afferma che Washington deve cambiare in maniera fondamentale il proprio approccio col mondo arabo.
Il New York Times analizza lo stato dell´Iraq nel momento in cui  l’amministrazione Obama riporta il numero dei militari Usa di stanza a Bagdad a quello precedente il gennaio 2007, data della surge decisa da George Bush. Le promesse di lasciare il paese mediorientale nelle mani di un governo stabile e rappresentativo, evitando vuoti di potere e mantenendo influenza a Bagdad saranno però difficili da mantenere.
 
La guerra civile siriana ha spiazzato il leader hezbollah Nasrallah che ora tenta di riciclarsi come difensore di tutti i musulmani scrive la Faz.Il film spazzatura apparso su internet è arrivato al momento giusto. Invece di minacciare la guerra il libanese chiede leggi e invoca vertici straordinari.
 
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