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Attacco in Libia, Varvelli: “Il Film? Solo un pretesto”

libia
“Il film è solo un pretesto”. Non ha dubbi Arturo Varvelli, ricercatore dell’Istituto Ispi ed esperto di questioni libiche, nel commentare con Formiche.net l’attentato a Bengasi di questa notte, reazione delle frange estreme, secondo la versione più diffusa, al film anti-islam “Innocence of Muslims” di Sam Bacile.
 
“Certo, quella provocazione è stato un atto di grande stupidità ma quanto è accaduto è da inserire in un contesto regionale che vede una forte ascesa di gruppi estremisti, soprattutto salafiti. Una situazione simile a quella dell’Egitto dove questi gruppi sono rimasti all’opposizione e per imporsi stanno scegliendo la via extra-parlamentare”. E ricorda: “Questo non è il primo attacco, a giugno scorso c’erano stati attentati alla Croce Rossa e ai consolati americani e britannici”.
 
Segnali che l’Occidente e gli Stati Uniti hanno sottovalutato: “Prevale una percezione di forte debolezza degli Usa nell’area. Dopo la caduta del regime di Gheddafi, gli americani hanno fatto poco, lasciando tutto nelle mani dei libici che, vista la situazione, hanno raggiunto risultati straordinari, con le libere elezioni del luglio scorso”. Varvelli critica anche la reazione del segretario di Stato Hillary Clinton alla violenza di ieri: “Perché prendersela con l’attuale governo fino a quando due giorni fa ci siamo raccontati che andava tutto bene? Maggiore realismo avrebbe evitato il precipitare della situazione”.
 
Una “distrazione” che potrebbe costare cara a Barack Obama, impegnato com´è nella campagna presidenziale: “L’uccisione di un ambasciatore americano è successa solo sette volte nel corso della storia americana, è un fatto gravissimo che peserà sulla rielezione de presidente. Bisognerà vedere come cavalcheranno la questione i repubblicani ma per Obama sarebbe meglio far dimenticare in fretta l’episodio al popolo americano”.
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