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Elogio del movimento. Il piano di IL per l’Italia

Ne ha fatta di strada dal “Muoviti muoviti” dei primi anni Novanta. Ma il concetto di “movimento” è sempre stato caro a Lorenzo Jovanotti Cherubini. Per questo non poteva che essere lui la guest star del nuovo numero di IL. Il mensile del Sole 24 Ore diretto da Christian Rocca e Daniele Bellasio, per festeggiare il suo quarto compleanno, dedica la sua storia di copertina allo stato dell’Italia, a un Paese che sta fermo ma avrebbe tanto bisogno (e desiderio) di muoversi. Nel suo sonetto in esclusiva intitolato “L’ingorgo”, il Jova scrive: “Decrescita è un concetto innaturale, Se ci si ferma poi non c´è più storia, Si fermi chi ha gastrite infiammatoria, Muoversi è attività fondamentale!”.
 
Così, mentre la classe dirigente e i politici sembrano sonnecchiare, la redazione di IL cerca di dare una scossa a questo torpore perché, spiega Rocca, “c’è chi crede che sia necessario liberarsi delle categorie del passato, rimboccarsi le maniche e lavorare senza schematismi al futuro del Paese”.
“Un Paese normale”, viene chiarito nelle righe di presentazione della cover story, è il titolo del libro che l’allora segretario del Pds Massimo D’Alema pubblicò nel 1995. Diciassette anni dopo “l’Italia non pare ancora un Paese normale perché un Paese normale è sinonimo di paese liberale, senza obsolete divisioni tra ex e post comunisti, fascisti e dc. Gli italiani sono già persone normali, ora tocca fare un’Italia normale”.
 
Per andare lontano, bisogna sempre sapere da dove si è partiti. Per questo il mensile, prendendo spunto dal magazine americano Atlantic Monthly, scatta una fotografia nitida sull’Italia attraverso i dati che emergono da rapporti internazionali come il Doing business e i Worldwide Governance della Banca Mondiale e la Corruption perception di Transparency International.
IL non si è fermato alle parole e per elaborare il piano di cambiamento dell’Italia ha chiesto aiuto ai think tank più prestigiosi come l’Istituto Bruno Leoni, il Centro Einaudi, Arel, Italia Futura, La Scossa, Fondazione Agenda che hanno proposto la loro idea per ripartire.
 
L’immagine dell’Italia scattata da IL, spiega Bellasio, è un invito perché prima o poi “arrivi o risorga un’offerta politica fatta dagli stessi tre ingredienti: una fotografia di quel che siamo, una diagnosi dei problemi e una prognosi su cui, prima e dopo, essere giudicati dagli elettori. Normale, dunque per noi rivoluzionario”.
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