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Le sfide di Hagel al Pentagono

L’ostacolo della conferma al Senato è stato superato. Chuck Hagel potrà ora prendere incarico come nuovo segretario statunitense alla Difesa. Appena dopo aver giurato, il repubblicano veterano del Vietnam scelto da Obama per guidare il Pentagono dovrà prima di tutto fronteggiare le difficoltà incontrate per la conferma della propria nomina.

I repubblicani che si sono opposti al loro compagno di partito perché considerato troppo moderato nel sostegno a Israele e nell’opposizione all’Iran, “non gli daranno tregua”, scrive il Washington Post. I funzionari del Pentagono già temono di dover collaborare con un capo che gode di scarsa legittimazione.

Per la Casa Bianca, continua il quotidiano della capitale, è stata la seconda battaglia congressuale per vedere confermate le scelte della seconda amministrazione Obama dopo le difficoltà per nuovo capo della Cia, John Brennan. Ostacoli che hanno costretto la presidenza a fornire al Congresso email interne all’agenzia d’intelligence e documenti riguardanti l’attacco al consolato di Bengasi dello scorso 11 settembre in cui morirono l’ambasciatore Usa, Christopher Stevens e altri tre funzionari.

Se l’ostilità del Grand Old Party, tra le cui file c’è chi ritiene Hegel inadatto a guidare la Difesa, è un problema che potrebbe contraddistinguere l’interno mandato, a breve termine, il nuovo numero uno del Pentagono dovrà gestire il dossier sequester. La data ultima è il primo marzo. Scatteranno allora i tagli automatici al bilancio federale che per la Difesa vorranno dire 46 miliardi in meno entro la fine di settembre.

Se non sarà trovato un accordo dell’ultimo minuto sarà Hagel a dover decidere come e dove tagliare. Riduzioni di orario, e quindi di stipendio, per oltre 800mila dipendenti che compongono il personale civile del ministero sono state annunciate nei giorni scorsi, con conseguenze sui programmi di addestramento e manutenzione. “Dobbiamo tagliare, ma non possiamo caricare tutto sui nostri ragazzi in divisa”, ha detto alla MSNBC il senatore repubblicano della Virginia, Bob McDonnell. Occorrerà capire se i leader del suo partito cambieranno idea e sarà trovata un’intesa.

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