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Sommesso elogio di Papa Francesco che, da poliglotta, rivaluta l’italiano

Ripubblichiamo il commento dell’editorialista Federico Guiglia uscito sul quotidiano Il Tempo diretto da Sarina Biraghi

Si deve a un comico (evidentemente è il loro momento), il più bel complimento degli ultimi anni alla lingua italiana, e il più bell’elogio a Papa Francesco degli ultimi giorni. Credendo d’essere spiritoso, Herr Harald Schmidt – così si chiama il comico tedesco – s’è chiesto nel suo programma televisivo in Germania, perché mai il Pontefice avesse fatto solo in italiano la benedizione “urbi et orbi”, cioè a Roma e al mondo, la domenica di Pasqua. Il suo predecessore – ha ricordato Herr Schmidt, alludendo e ironizzando pure su Papa Ratzinger- benediva l’universo in sessantacinque lingue. S’è fatto la domanda, Herr Schmidt, e s’è dato la risposta. Questa: “Perché l’italiano è la lingua dei poveri”.

Nelle intenzioni l’artista intendeva far ridere, con un concetto a metà fra lo stereotipo e la realtà, se si pensa all’importanza che Papa Francesco sta attribuendo al tema della misericordia e della povertà. Ma il chiaro sottinteso è che gli italiani sono dei poveracci. E la crisi che ha investito l’Europa, sembra la cornice ideale per incartare il pregiudizio e lanciarlo attraverso il piccolo schermo e scherno.

Ma talvolta una battuta può suscitare l’effetto contrario rispetto a quello immaginato. Assegnare alla lingua italiana il ruolo di “lingua dei poveri” è un grande riconoscimento internazionale, di cui la patria di San Francesco non può che andar fiera. E rimproverare all’argentino e poliglotta Papa Francesco di usare la lingua di Dante in uno spirito comunicativo nuovo e universale, è una conferma della lungimiranza della Chiesa cattolica, apostolica e romana. Che da tempo ha fatto della lingua italiana la sua “lingua franca”, come ha osservato il sempre acuto ed esperto Vittorio Messori. Dunque, evocandola in diretta mondiale, Papa Francesco ha colto la grandezza e la bellezza che tale lingua millenaria suscita ovunque.

E allora, anziché arrabbiarsi per la penosa battuta, ringraziamolo, il nostro Herr Schmidt. Senza generalizzare. Nelle stesse ore Frau Angela Merkel, ha scelto, come sempre, l’Italia per un periodo di breve riposo, elogiando – secondo la precisa testimonianza di un suo conoscente – il Papa venuto dalla fine del mondo. La scelta della Cancelliera vale molto più della scenetta del Comico.

Sì, l’italiano è la lingua dei poveri, che sono, si sa, ricchi di “spirito”.

 

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