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Storia, idee e segreti di Gülen, il vecchio amico-nemico di Erdogan

Fethula Gulen

L’operazione anti-corruzione che è in atto in Turchia sta sconvolgendo tutta la classe politica e ha scatenato uno scontro tra il governo del Partito Giustizia e sviluppo (Akp) e il movimento dell’intellettuale islamico Muhammed Fethullah Gülen, fino a poco tempo fa alleato del presidente Recep Tayyip Erdogan. Secondo la Cnn, i sostenitori di Gülen che occupano posti chiave nella polizia turca, il sistema giudiziario e i servizi segreti, sono dietro all’operazione contro il governo turco.

TEOLOGO ISLAMICO
Ma chi è Gülen? Nato a Korucuk, un paesino nella provincia di Erzurum, all’est della Turchia, Gülen è uno scrittore e opinionista, antico imam e predicatore turco. È il fondatore del movimento omonimo, Gülen, e dal 1999 vive in esilio a Saylorsburg, Pennsylvania, Stati Uniti.

GUIDA SPIRITUALE
Il sito web di Gülen si vanta di avere istruito maestri musulmani nella crescita spirituale e nello studio delle scienze religiose. Nel 1958, gli è stato concesso un permesso statale per predicare ed è stato nominato a Esmirna, la terza provincia più grande della Turchia. Lì Gülen ha cominciato a diffondere le sue idee e ad aumentare i sostenitori. È andato in pensione nel 1981 per portare il suo messaggio spirituale in tutta l’Europa occidentale.

ATTIVISMO UMANITARIO
Nei suoi discorsi, Gülen sottolinea soprattutto le problematiche sociali. Il suo principale obiettivo è seminare nei giovani l’importanza dell’armonia tra la ricerca di conoscenze intellettuali, l’equilibrio spirituale, l’attivismo umanitario e la vocazione sociale.

VITA AMERICANA
Nel 1999 è arrivato negli Stati Uniti per fare delle cure mediche, secondo la versione ufficiale. Alcuni media turchi sostengono che in realtà è fuggito per evitare un processo per alcuni commenti a favore di uno Stato islamico.

MOVIMENTO GULEN
Il movimento è famoso per i successi nell’area dell’istruzione, con decine di scuole in tutto il mondo. In totale sono 140 e per alcuni analisti l’organizzazione ha come scopo stimolare gli studenti, una volta laureati, a inserirsi nelle istituzioni dello Stato turco.

L’AMICIZIA SVANITA CON IL GOVERNO
Secondo Rusen Cakir, un noto giornalista ed editorialista turco, esisteva un legame tra il Movimento Gülen e il governo di Erdogan che si è esaurito in questi 11 anni. La prova sono le proteste organizzate a giugno e questa ondata di manifestazioni prima delle elezioni di marzo del 2014. Tra le motivazioni della rottura ci sono le differenze nella politica estera, sulla questione curda e la gestione del conflitto siriano.

CRISI MAVI MARMARA
Fonti vicine a Gülen hanno detto ad Al Jazeera che il primo scontro nell’alleanza AKP-Gülen è stato l’incidente del “Mavi Marmara” nel 2010, quando soldati israeliani hanno attaccato un’imbarcazione turca diretta a Gaza. Nell’attacco sono morti otto turchi e un attivista americano. Da quel momento, i rapporti tra Israele e Turchia sono peggiorati.

LA VICENDA SIRIANA
Ali Bulac, uno scrittore conservatore che sostiene Gülen, ha detto al New York Times che “i sostenitori di Gülen non avevano mai approvato il ruolo che il governo ha provato ad ottenere in Medio Oriente, neanche la politica sulla Siria, tutto quello è peggiorato con l’atteggiamento davanti alla crisi Mavi Marmara con Israele”.

SOSTEGNO AL PKK
Un altro punto di conflitto sono le conversazioni dirette che l’intelligence turca ha sostenuto con Abdullah Ocalan, il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Il Pkk è un gruppo armato turco che ha lottato contro la Turchia da circa 30 anni. Questi dialoghi non sono piaciuti al movimento Gülen.

VERSO LE ELEZIONI
Eyten Mahçupyan, giornalista turco di origine armena, direttore del settimanale Agos, crede che un avvicinamento tra il Movimento Gülen e il governo di Erdogan è impossibile per adesso. Anzi, per ora lo scontro può solo peggiorare: “È probabile che continueranno a scontrarsi fino alle elezioni di marzo con l’obiettivo di influire nei risultati. La natura del processo è costringere all’altro a fermarsi. Ma se questo non succede, un terzo gruppo potrebbe promuovere la mediazione”.

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