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Le unioni civili turbano i sogni di governo di Matteo Renzi

Nonostante la promessa di una riforma al mese, definire il programma di governo per Matteo Renzi non sarà una passeggiata. Tuttavia, è probabile che alla fine un patto di coalizione verrà stipulato. Almeno su lavoro, fisco e burocrazia. Sulle riforme costituzionali e della legge elettorale restano delle divergenze con i potenziali alleati, ma è difficile che Angelino Alfano intenda impiccarsi con la corda di un veto all’accordo con Silvio Berlusconi. Sui temi etici, invece, l’intesa potrebbe rivelarsi più faticosa del previsto.

Perché è forse soprattutto in questo campo che il Nuovo centrodestra avverte il bisogno di marcare la sua identità culturale, di forza moderata legata al mondo cattolico. In questo senso, sarà interessante verificare a quali compromessi il premier incaricato sarà disponibile pur di dare vita al suo dicastero. Prima ancora dello ius soli e dell’abrogazione della “Bossi-Fini“, è in ballo la spinosissima questione delle unioni civili. In primis, delle unioni tra coppie gay. Che la Chiesa -anche quella di Papa Francesco – vi si opponga con energia non solo è legittimo, ma pienamente coerente con il suo magistero morale. In proposito, gli schiamazzi polemici di tanti sedicenti custodi dell’ortodossia laica sono piuttosto deprimenti. Spetta tuttavia alla discussione pubblica affrontare i problemi posti dal cambiamento dei costumi e dai sentieri della natura.

E In una discussione pubblica conta la solidità degli argomenti che si offrono a sostegno delle rispettive tesi. Ad esempio, a me non sembra convincente l’assunto secondo cui, sulla scorta della tradizione giudaico-paolina, la convivenza tra omosessuali rappresenterebbe una minaccia mortale per la finalità della procreazione. Se il metro di giudizio fosse questo, infatti, anche la castità assoluta andrebbe parimenti biasimata. Per venire all’attualità, comunque, quanti temono che le proposte della sinistra possano preparare un futuro senza più prole, devono stare tranquilli. Provvederà a mettere le cose a posto il “calcolo inconscio” dell’evoluzione; o, se non piace Charles Darwin, la “volontà della specie” di Arthur Schopenhauer.

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