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L’eredità di La Pira

La figura di Giorgio La Pira ha rappresentato il tema di un interessante Convegno svoltosi, nei giorni scorsi, a Cassano All’Ionio presso le Terme Sibarite. Con La Pira ci si è rifatti ad una stagione de nostro Paese ricca di eventi e di conquiste civili. La Pira non fu protagonista del “suo tempo” definito ma fu l’espressione genuina di una visione sconfinata dove l’uomo è al centro del divenire. Valori senza aggettivi, quindi, ma scelte di vita in sintonia con la dottrina sociale cristiana.

Il tempo in cui La Pira operò fu preludio di conquiste e di difesa dei diritti lungo passaggi stretti, percorsi accidentati, riflussi egoistici, sacche di ingiustizie sociali, accadimenti internazionali drammatici. La Pira era un uomo mite, ma fermo nei suoi convincimenti e nelle sue decisioni. Da sindaco di Firenze non si risparmiò a difendere i lavoratori, a battersi per i disoccupati e a proiettarsi nel circuito delle vicende internazionali. E andava per la sua strada non fermandosi difronte alle “incomprensioni”. Non accettava nessun condizionamento nelle sue iniziative che riteneva giuste.

Non si riuscì a fermarlo nelle sue iniziative per la pace, la solidarietà fra i popoli diversi e in guerra. Andò dovunque, parlò con tutti, ricercò la via del dialogo fra posizioni inconciliabili. Firenze divenne il centro di un nuovo ecumenismo, il laboratorio di esperimenti ritenuti impossibili. Una vita intensa, quella di La Pira, sostenuta da una grande fede. Esprimeva con il suo parlare serenità ma nel contempo una forza propria di un grande spirito. Nessuna supponenza. Dialogava e non minacciava per imporre i propri convincimenti. La Pira fu un facitore di una grande storia.

Se guardiamo alla nostra attualità tutto ci sembra modesto, piccolo e, per alcuni versi, povero: una povertà morale e culturale! Oggi ci troviamo difronte a serie minacce di affievolire i diritti dei lavoratori, relegando il lavoro come elemento di una politica di mercato e non come forza rigeneratrice dell’uomo e corriamo il rischio di limitare i diritti civili in nome del rinnovamento di cui sfugge il senso in una crisi di verità. Bene, dunque, l’iniziativa di Cassano.

Grazie al Centro Studi “Giorgio La Pira” di Cassano e al suo presidente Francesco Garofalo per averci dato l’occasione per riflettere su un personaggio non finto, che assume sempre più significato nel nostro tempo dove si affollano strattonandosi e strattonando una pletora di illusionisti che pretendono di imporre le loro verità.

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