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Tutte le insidiose intese militari tra Iran e Russia

Articolo estratto dalla Geopolitical weekly del Centro Studi Internazionali

Il 26 maggio, il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha annunciato che entro la fine dell’anno il Cremlino dovrebbe definire i dettagli per procedere alla fornitura di sistemi di difesa aerea S-300 all’Iran. Nel 2007, Russia e Iran hanno stipulato un contratto di fornitura militare del valore di 800 milioni di dollari, sospeso nel 2010 in seguito alle sanzioni previste dalla Risoluzione ONU 1929 contro il programma nucleare di Teheran.

In seguito ai progressi nell’ambito degli attuali colloqui tra Iran e Comunità Internazionale sul dossier nucleare, sanciti con il meeting di Losanna dello scorso 2 aprile, il presidente Vladimir Putin ha annunciato la revoca del divieto di trasferimento degli S-300. Se portato a termine con successo, l’accordo potrebbe contribuire a consolidare ulteriormente la cooperazione tra Mosca e Teheran, con importanti benefici per entrambi i governi.

Da parte russa, l’intesa rappresenterebbe un importante passo in avanti per il rilancio della partnership in materia di procurement militare con il governo iraniano. Inoltre, tale partnership consentirebbe a Mosca sia di ottenere un importante flusso di denaro e di alleggerire la pressione sulle casse statali causata dalle recenti sanzioni imposte da Stati Uniti ed Unione Europea in seguito alla crisi ucraina, sia di rafforzare il proprio legame con un attore chiave per gli equilibri dello scenario mediorientale.

Per l’Iran, d’altra parte, l’acquisto degli S-300 consentirebbe di rafforzare la propria capacità di difesa anti-area e, conseguentemente, di rendere più difficili e rischiosi eventuali raid contro obiettivi sensibili all’interno dei propri confini. Nonostante il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov abbia ribadito la natura prettamente difensiva del sistema missilistico, l’intesa russo-iraniana ha suscitato le proteste di Tel Aviv, che considera la possibile acquisizione di uno dei sistemi di difesa anti-aerea più avanzati del mondo come una strategia del governo iraniano per poter disattendere eventuali impegni presi nell’ambito dell’accordo sul nucleare e portare così avanti un programma di ricerca a scopo militare.

Clicca qui per leggere il testo completo sul sito del Cesi

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