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Finmeccanica, ecco nodi e sfide di MBDA Italia

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Il 25 settembre si è svolto un incontro tra l’Azienda MBDA Italia e sindacato per l’analisi del Transformation Plan con riferimento alle azioni per l’efficientamento, al recupero di produttività e costi dell’azienda oltre che alle ricadute dell’adattamento delle missioni dei siti, partendo dall’analisi del contesto e della situazione industriale di MBDA Italia.

In questi termini proprio nell’interesse del Paese, è emersa la necessità per l’industria della missilistica per la difesa italiana, di poter contare su una capacità di pianificazione a lungo termine e investimenti, su nuovi prodotti e di più precise indicazioni sul loro impiego.

Il Libro Bianco della Difesa, su questo fronte, ha dato risposte solo parziali, soprattutto in merito alla pianificazione di lungo periodo e alla possibilità di definizione e riconoscimento delle “tecnologie sovrane”. La scarsità di investimenti domestici infatti sul settore, oltre a mettere a repentaglio il futuro del business italiano, evidenzia l’assenza di una progettualità per l’evoluzione del requisito militare sia in campo navale, che per la difesa aerea. Questo rappresenta un problema perché la capacità di visione strategica e progettuale consentirebbe, anche a fronte di finanziamenti ridotti, di poter intraprendere attività su nuovi sistemi e prodotti che si ripagherebbero con il trasferimento dei vantaggi conseguiti con l’export.

In questo senso i finanziamenti che l’azienda sta mettendo in campo sono finalizzati a coordinare i fondi stanziati dalla Comunità Europea con quelli del Ministero della Difesa, dello Sviluppo Economico e delle regioni Liguria, Lazio e Campania per trovare convergenze tra le esigenze espresse dal Ministero della Difesa e le risorse reperite.

In particolare si riconosce l’importanza dell’impatto avuto dai finanziamenti stanziati dalla Regione Campania, insieme a quelli messi a disposizione dal MiSE. Questi ultimi, circa il 3% dei fondi complessivi è stato investito nelle attività per il MarteER (terza generazione di missili da difesa) che si è potuto sviluppare nonostante l’assenza di un requisito della Marina Italiana grazie alla fiducia del mercato export.

Ma la difficoltà nel reperimento di finanziamenti è data soprattutto dall’incertezza sul futuro di MBDA Italia e sul possibile, eventuale o ipotetico, acquirente. Un aspetto critico agli occhi del cliente militare che ha tra le sue esigenze quella di conoscere con certezza se sarà ancora italiana la propria fornitura, specialmente sotto il profilo della gestione del requisito di sicurezza.

E’ necessario per questo rafforzare l’esclusività della proprietà, delle competenze e dei requisiti italiani, aumentando il peso dei vincoli a tutela della sovranità delle tecnologie e competenze. Su questa criticità l’azienda si è mossa con un proprio campo un piano di sostenibilità.
In questo senso sono importanti gli investimenti nel centro di simulazioni per supporto ai clienti da realizzarsi presso il sito di Roma, quelli nel campo della Cybersecurity e della Ricerca e Sviluppo e nelle attività della stampa 3D nel sito di Fusaro, anche in accordo con aziende del Gruppo Finmeccanica sfruttando il vantaggio competitivo in questo settore che MBDA Italia ha saputo costruire in questi anni diventando la prima azienda europea nell’aerospazio e difesa per l’utilizzo della stampa 3D e l’assegnazione della Design Autority per i motori del Teseo e Del Marte ER per il sito di La Spezia.

Come FIM Cisl riteniamo che MBDA Italia rappresenti un asset di punta per lo sviluppo delle attività del Gruppo Finmeccanica; lo è Politicamente ed Industrialmente per il ruolo che questa gioca e potrà giocare nello sviluppo del Sistema di Difesa Europeo, per la tutela e degli interessi politici e di difesa del nostro Paese, per le importanti competenze e conoscenze strategiche e per l’interazione con Finmeccanica e altri importanti realtà industriali italiane con le sue capacità di presenza nei mercati.

Per questo va impedito il rischio che un patrimonio di eccellenze tecnologiche, professionali oltre che strategiche come quelle di MBDA Italia si perdano a causa di uno sfasamento temporale tra le esigenze dell’industria e le necessità della politica.

Il fattore di criticità oggi è l’assenza di definizione della necessità militare e del conseguente requisito tecnico: uno sfasamento temporale che seppure in presenza di finanziamenti, rischia di avere come effetto l’impossibilità di una pianificazione strategica vitale per l’industria, per la garanzia della presenza nel settore della missilistica, e per il Paese in senso più generale.

Per tali ragioni è necessario definire tutti gli strumenti per il consolidamento delle proprietà sulle tecnologie sovrane, in quanto il patrimonio di tecnologie e competenze sviluppato da MBDA sono un valore aggiunto per la sicurezza e lo sviluppo del nostro Paese.

Particolare riguardo in questo senso va posto anche alla riorganizzazione della divisione seeker, anche questa un’area di eccellenza tutta italiana, nell’ambito della Joint Venture, che non può essere lasciata senza presidio.

Serve infine specifica attenzione alle attività collegate alla stampa 3D per evitare che centri di eccellenza, magari francesi, possano azzerare il vantaggio che l’Italia ha saputo conquistarsi con l’investimento nel sito di Fusaro.

Michele Zanocco (Segretario nazionale Fim Cisl) 

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