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Cosa penso del caso Berlusconi-Nsa

Non mi capacito della stravaganza italiana. Noto con sconcerto che con il passare delle ore, la notizia sulle illegali intercettazioni da parte del paese amico Usa nei confronti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, va scemando e scorre dai primi titoli verso il fondo delle quotidiani on line.

Ricordo che solo qualche mese fa, per intercettazioni simili, Angela Merkel e Francois Hollande fecero, giustamente proteste veementi e vennero sostenute non solo dalla pubblica opinione ma anche da tutta la politica e gli opinion makers interni. L’Italia? Nulla. Perché le giuste richieste di Forza Italia non sono da sole capaci di dimostrare la gravità della situazione: il presidente del Consiglio della Repubblica Italiana spiato per anni. È giustissimo che Brunetta, Romani e Bergamini protestino e chiedano la commissione di Inchiesta, pretendano una dichiarazione parlamentare da parte del presidente Renzi. Lascia attoniti che non solo non ci siano già state comunicazioni di protesta dura e ufficiale da parte delle Istituzioni italiane verso l’amico Usa, ma che nemmeno altre forze politiche si espongano a difesa delle istituzioni repubblicane, allora rappresentate dal presidente Berlusconi. La Commissione di Inchiesta è il minimo che possa essere approvato subito, questo sì in 48 ore! Non posso pensare che il livore e la polemica politica verso il leader di Forza Italia, sia ancora tale da nascondere agli occhi dei politici e dei mass media italiani la gravità dei fatti avvenuti. Non posso nemmeno pensare per un attimo che se fossero stato intercettato Monti o Letta o Prodi il panorama politico, istituzionale e culturale italiano si sarebbe mobilitato e solo per il Berlusconi Premier ora si taccia.

Gli amici sono leali e non diffidenti guardoni o, speriamo non si scopra in futuro, manipolatori di ‘complotti’ e ‘registi occulti’ contro governanti democraticamente eletti.
In ogni caso, per il rispetto e la dignità delle istituzioni italiane è un dovere minimo che almeno il premier chiami per protestare il presidente Obama e lo faccia senza indugi né ‘anglismi fiorentini’, se si vuole salvare l’onore della Repubblica (non solo delle sue istituzioni) e la indipendenza italiana. Bene ha fatto il ministro Gentiloni a convocare l’ambasciatore Usa. La decenza è merce rara, ma in alcuni casi indispensabile.

Non solo proteste ma anche certezze devono essere fornite una volta per tutte a tutti gli italiani e gli europei sulla sicurezza della privacy e delle loro comunicazioni. Abbiamo iniziato una guerra in Libia, contraddicendo tutto il lavoro diplomatico svolto dal nostro Governo per la soluzione politica libica. Accettiamo di far decollare voli Usa, senza mandato Onu e senza richieste dal governo libico, su un Paese ai nostri confini. Avremo la dignità e la coerenza di guidare almeno la coalizione e gli interventi, in pieno accordo con ONU e Governo di Tripoli, o lasceremo fare e pagheremo le conseguenze delle scorribande compiute dai medesimi paesi che hanno distrutto Gheddafi e trascinato l’Isis a pochi chilometri dall’Europa?

Senza alcuna polemica e nel pieno rispetto delle opinioni e delle scelte politiche e culturali di ciascuno ( virtù rarissima visto quel che accade al prof .Panebianco ), è almeno possibile difendere la dignità della Repubblica e conoscere i propositi del proprio paese in guerra?

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