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Ddl Concorrenza, che succede tra banche, governo e agenti immobiliari

Di Fernando Pineda e Gianluca Zapponini

Che cosa succede tra agenti immobiliari e banche? Nelle stanze del Senato si sta giocando una partita delicatissima tra il mondo dell’intermediazione immobiliare, ovvero chi si occupa di vendere mattone e le banche, che l’acquisto degli immobili di solito lo finanziano, concedendo mutui.Tutto ruota intorno a diversi emendamenti che sono stati presentati al ddl Concorrenza ormai prossimo all’approdo in Aula dopo l’ok della commissione Industria, dopo Pasqua. In verità, fa notare un addetto ai lavori, attualmente nel testo del ddl non c’è nulla sulle agenzie immobiliari, “mentre la norma sulle società di ingegneria non interviene sul loro azionariato ma serve semplicemente a garantire, con una norma di interpretazione autentica, che le società di ingegneria possono assumere commesse da committenti privati (e non solo dal pubblico, superando quindi un’ambiguità che risale alla precedente abrogazione di una norma di epoca fascista)”.

SE LA BANCA DIVENTA AGENTE IMMOBILIARE

Gli emendamenti in questione sono finalizzati a impedire agli istituti di credito di acquisire partecipazioni in società di intermediazione immobiliare ma anche di ingegneria, queste ultime tradizionalmente appartenenti al mondo cooperativo. Per le banche si aprirebbe così un mercato, quello del mattone, che da solo vale tra il 15 e il 20% del Pil. Se la norma, che ha già superato lo scoglio della commissione, non subisse modifiche in Aula, gli istituti potrebbero dotarsi quindi di proprie società di ingegneria, senza l’obbligo di iscrizione all’albo, con cui gestire in autonomia tutta la filiera del mattone. E dunque costruire, vendere e ristrutturare case, diventando così veri e propri agenti immobiliari. Con la possibilità, infine, di abbinare alla vendita della casa un mutuo.

LA BATTAGLIA DELLA FIAIP CONTRO UNICREDIT E INTESA

La Fiaip, la federazione italiana degli agenti immobiliari, sulla commistione banche-intermediazione immobiliare, ha intrapreso da tempo una battaglia con le autorità vigilanti, per impedire l’ingresso delle banche nel mercato dell’intermediazione. L’occasione è stata la costituzione di due società ad hoc da parte di Unicredit e Intesa, ovvero Subito Casa e Intesa SanPaolo. Lo scorso agosto Fiaip ha inviato alla vigilanza della Banca d’Italia per chiedere un intervento di salvaguardia dell’attività di intermediazione immobiliare, ma anche di tutela dei consumatori. Come emerge dai documenti Fiaip infatti, la costituzione di una società immobiliare in seno alla banca, oltre che ledere gli interessi degli agenti, avrebbe rappresentato uno strumento di indebita pressione verso i clienti in sofferenza, ovvero in difficoltà nella restituzione dei prestiti, e al contempo necessitati a vendere una casa per ripianare il debito. “I clienti in sofferenza della banca potrebbero arrivare a intendere che la morsa del recupero del credito da parte della banca sarà più lieve se affideranno la vendita della casa alle agenzie della stessa banca”, si legge. Di qui, secondo la Fiaip, anche un colpo alla concorrenza nel settore immobiliare.

LA PAROLA ALL’ESPERTO

Dice un esperto del settore che segue la vicenda: “Il fatto è che oggi, a diritto vigente, le banche possono operare (e operano) sul mercato immobiliare. Molti emendamenti, promossi dalla Fiaip, sono finalizzati a far venire meno questa opportunità (tra l’altro con una forte incertezza su cosa succederebbe il giorno dopo: le banche che hanno investito in agenzie immobiliari dovrebbero disinvestire?, sarebbe una sorta di esproprio di fatto.)”. L’aspetto cruciale, però, è che il ddl (e quindi il governo) non introduce alcuna nuova possibilità per le banche: semplicemente il governo è contrario, per le stesse ragioni indicate dall’Antitrust, a introdurre una nuova norma che “chiuderebbe” in sostanza il mercato e restringerebbe la competizione, costringendo alcuni operatori a uscire.

GLI ESPOSTI A BANKITALIA E ANTITRUST

Sulla questione delle due società nate in seno a Unicredit e Intesa, la federazione aveva peraltro inviato già a marzo un primo esposto, di cui però non aveva ricevuto riscontro. “Per questo ho inviato un secondo esposto, ai primi di agosto,senza ottenere ancora alcuna risposta. In questi mesi non ci hanno mai risposto, nonostante l’invio di ben due esposti”, ha spiegato a Formiche.net Paolo Righi, presidente di Fiaip, che ricorda come la battaglia si sia poi spostata sul campo del ddl concorrenza, con alcune istanze inoltrate  nel 2015 all’Antitrust di Giovanni Pitruzzella. “Abbiamo anche scritto altri  esposti – ha precisato Righi – due all’Antitrust e uno all’Oam”, l’organismo di vigilanza degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi, presieduto tra l’altro dall’ex presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà.

IL PUNTO DI VISTA DEL GOVERNO

La norma del ddl che aprirebbe definitivamente alla banche il mondo dell’intermediazione, è comunque stata difesa in queste settimane sia dal governo. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Formiche.net, per l’esecutivo non ci sarebbe nessun problema di conflitto di interessi, anzi, semmai una spinta alla concorrenza visto che con la possibilità per le banche di vendere case, gli intermediari immobiliari potrebbero notevolmente migliorare la propria offerta. Stessa linea anche l’Antitrust, che rispondendo il 16 marzo del 2015 proprio a un esposto Fiaip sul ddl concorrenza, precisava come “l’Autorità ha ritenuto che la vicenda segnalata non rappresenti profili di criticità ai sensi del diritto antitrust in quanto configura l’ingresso di nuovi operatori sul mercato immobiliare, che non detengono una posizione dominante suscettibile di dar luogo a comportamenti abusivi”, rigettando l’istanza.  

GLI AGENTI ORA SPERANO NELLA MINORANZA PD

Ma la battaglia in Senato è in corso. Contro la norma si è già schierato apertamente il relatore di maggioranza Luigi Marino, che ha bollato il tutto come una “forzatura”. A opporsi anche Forza Italia, che per bocca del senatore Andrea Mandelli, ha annunciato battaglia in Aula. “La possibilità per banche o intermediari finanziari di detenere partecipazioni in società che svolgono intermediazione immobiliare crea, evidentemente, dei problemi di opportunità. Questo vale sia rispetto alla tutela dei consumatori sia sul fronte della concorrenza: per questo auspichiamo in Aula una riflessione sulle nostre osservazioni, senza chiusure preconcette”. La Fiaip, che punta a far approvare il limite del 10% alle quote bancarie in società di intermediazione, punta sul sostegno della minoranza Pd “da sempre attenta e sensibile a questo tipo di tematiche”, dice Righi. “Siamo costantemente in contatto con loro e contiamo sul loro sostegno, dei relatori e delle opposizioni”. Ambienti parlamentari invece sottolineano, a differenza di Fiaip: “Non si comprende dove sia nata la polemica sulla partecipazione delle banche al capitale delle società di ingegneria. Ciò detto, il ddl non cambia alcuna norma. Quindi, se oggi le banche possono investire in società di ingegneria, continueranno a farlo. Se oggi non possono, continueranno a non farlo”.

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