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Da Huawei a Oppo, sarà cinese la prossima regina degli smartphone?

Il mercato dei device mobili è a uno di quei passaggi storici che stabilisce quale vendor o quale terminale sarà vincente sugli altri. Nella storia del mobile è già accaduto – se sanno qualcosa Nokia, Motorola e Blackberry; forse non si tratta ora di cambiamenti così epocali ma gli analisti cominciano a chiedersi se il tablet abbia un futuro, se gli Apple iPhone stiano perdendo parte del loro appeal – anche per merito della “risorta” Samsung – e se presto a guidare il mercato mondiale ci sarà un produttore cinese.

SMARTPHONE IN RALLENTAMENTO

Di per sé le vendite di smartphone non sono affatto brillanti. Secondo le stime di Strategy Analytics, nel secondo trimestre 2016 le vendite globali sono aumentate appena dell’1% o di 340 milioni di unità. In cima alla classifica dei vendor c’è la sud-coreana Samsung (77,6 milioni di telefoni venduti, market share del 22,8%), seguita dall’americana Apple, in contrazione (dal 14,1 all’11,9% a causa della frenata degli iPhone), e dalla cinese Huawei Technologies, che ha il 9,4% del mercato smartphone e vendite cresciute del 5% a quota 32 milioni. All’inseguimento dei primi tre produttori ci sono ancora due aziende cinesi: Oppo (le cui vendite hanno compiuto un balzo del 137%) e Xiaomi (in calo).

La società di ricerche Canalys stima che Samsung abbia venduto circa 80 milioni di smartphone nel secondo trimestre dell’anno, aggiudicandosi uno share del 24% sul mercato globale e la leadership davanti a Apple (circa 40 milioni di iPhone venduti nel secondo trimestre, share del 12%) e a Huawei (80 milioni di smartphone nel semestre gennaio-giugno, 9% di quota mondiale).

TABLET SATURI, BENE SOLO GLI IBRIDI

Nei tablet siamo alla vera saturazione, con risultati col segno meno per il secondo trimestre 2016: Idc stima un calo del 12,3% e Strategy Analytics dell’8%; brillano solo i modelli “ibridi”, quelli con la tastiera staccabile, che hanno funzioni che si avvicinano a quelle dei Pc portatili, una tendenza che mette in difficoltà i dispositivi Android e favorisce quelli con sistema Windows o di casa Apple. Tra i produttori di tablet, nella classifica Idc c’è Apple in testa, con oltre un quarto del mercato, seguita da Samsung, Lenovo e Huawei, che ha incrementato del 71% le proprie prestazioni nel settore.

SAMSUNG RISORGE, APPLE FRENA

Nel periodo aprile-giugno, Samsung Electronics ha registrato il suo trimestre più redditizio da due anni a questa parte grazie alle robuste vendite dello smartphone di punta, il Galaxy S7 e S7 Edge. Dopo anni di crisi, dolorosi programmi di risparmi sui costi e cambiamenti manageriali, e grazie alla razionalizzazione del portafoglio prodotti, che ha eliminato alcuni modelli poco redditizi (inutile competere con i cinesi) e valorizzato la fascia alta, il colosso sud-coreano ha convinto il mercato che i Galaxy non hanno niente da invidiare agli iPhone. Anzi, diversi analisti pensano che Samsung, che in passato si “ispirava” molto al design della Mela, ora abbia dei progettisti che superano i maestri di Cupertino.

Nell’ultimo trimestre la sud-coreana si è garantita un incremento dell’utile netto dell’1,7% anno su anno a 5,2 miliardi di dollari circa, mentre l’utile operativo sale del 18% e il fatturato cresce del 4,9%. Qualche giorno fa l’azienda ha anche presentato il nuovo Galaxy Note7, puntando a risultati ancora più brillanti per i prossimi mesi.

Apple da parte sua ha venduto 40,4 milioni di iPhone nel secondo trimestre dell’anno, un calo del 15%. Ha fatto meglio di quanto temevano gli analisti ma il numero di smartphone venduti tra aprile e giugno resta il più basso da quasi due anni. L’iPhone rappresenta ormai “solo” il 56,8% dei ricavi di gruppo contro il 69,4% nel secondo trimestre del 2015. Apple ha visto le vendite contrarsi in Usa, in Europa e in Cina; il fatturato degli iPhone è complessivamente sceso del 23% a 24 miliardi di dollari, anche perché molti consumatori hanno puntato sull’iPhone SE, la versione più economica e con schermo più piccolo del dispositivo.

L’AVANZATA DI HUAWEI

Siccome fra i due litiganti il terzo gode, mentre Samsung e Apple si contendono la leadership, potrebbe essere il produttore cinese Huawei a salire alla fine sul primo gradino del podio. Secondo ABI Research e il suo studio “Mobile Devices Market Sizing and Share“, Huawei conserva una notevole resistenza alle continue fluttuazioni del mercato smartphone, affollato, competitivo e globalizzato, e potrebbe diventare la numero uno per volumi di vendite nel giro dei prossimi cinque anni. ABI Research pensa che i tassi di crescita anno su anno messi a segno dalla cinese siano particolarmente rilevanti perché il successo di Huawei è per ora costruito in gran parte sul mercato domestico. Non appena avrà conquistato maggiori spazi in Stati Uniti e Europa occidentale, potrà scalzare le attuali leader, sempreché dimostri di essere in grado di sostituire anche in Occidente i brand più amati e di non cadere vittima delle stesse difficoltà cui sono andati incontro i concorrenti.

In pratica, da un lato Huawei ha avuto buon gioco nel sottrarre quote a marchi in contrazione come Blackberry, Htc, Sony e Microsoft Lumia e a convincere il mercato sia con i device meno costosi che con i modelli di fascia alta innovativi e dal design curato. Ora l’idea di Huawei è di costruirsi i chip da sola e sviluppare un suo sistema operativo e, come spiega David McQueen, direttore ricerche di ABI Research: “Sui chip potrebbe riuscire, col vantaggio di tagliare ulteriormente i costi, ma farsi il suo proprio Os potrebbe non essere una buona idea. Samsung ci ha provato e non ha avuto grandi risultati. Huawei dovrà dimostrare di saper mettere insieme un ecosistema globale”.

DECIDE LA CINA

Huawei non ha altra scelta che vendere sui mercati globali: in Cina è Oppo adesso la numero uno, capace di far impallidire la rampante start up Xiaomi che solo un paio d’anni fa sembrava dover mandare in pensione ogni altro produttore di smartphone in Cina.

A giugno Oppo ha il 22,9% dello share nel gigante asiatico (contro appena il 2% due anni fa), seguita da Huawei (17,4%) e Vivo, anche questa una società cinese (12%). Apple, che l’anno scorso aveva segnato risultati record grazie alla crescita in Cina, è tornata ai livelli del 2014 (9%), mentre l’altra cinese Xiaomi è scesa al 6,8%, il dato più basso da tre anni.

Insomma, la Cina è sempre più un mercato chiave per i produttori di smartphone; quando le vendite calano, si guarda all’espansione globale, come fa Huawei, ad altri mercati emergenti (così Apple ora punta all’India, terzo maggiore mercato mondiale per gli smartphone, ma per ora monopolizzato dagli Android col 97% di share) oppure, come scrive Forbes di Xiaomi, si continua drammaticamente a cadere.

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