Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Come si muovono gli Usa sulle regole internazionali per i droni armati

Il Dipartimento di Stato Usa ha pubblicato un documento che potrà avere importanti ripercussioni nel mercato dei velivoli a comando remoto (o droni) armati. Il testo, come riportato dal sito Defense News, si intitola “Proposed joint declaration of principles for the export and a subsequent use of armed or strike-enabled Unmanned aerial systems” (tradotto in italiano, “Proposta congiunta di dichiarazioni di principio per l’esportazione e il successivo uso di sistemi aerei a comando remoto armati“).

Ora sono in corso operazioni diplomatiche Usa per costruire un consenso internazionale intorno a questo documento. L’occasione principe è fornita dalla seconda conferenza per il Trattato sul commercio di armi in corso a Ginevra in questi giorni. Brian Nilsson, capo delegazione Usa e vice assistente della segreteria di Stato per i controlli al commercio per la difesa nell’Ufficio per gli Affari politici e militari, ha in agenda incontri con delegazioni straniere presenti a Ginevra. L’obiettivo è quello di invitarli a sottoscrivere la dichiarazione.

Alla base di tutto c’è la necessità di costruire un framework normativo internazionale che garantisca il rispetto e l’applicazione del diritto internazionale e dei diritti umani in caso di attacchi aerei eseguiti con l’utilizzo di droni.

Seguendo il solco delle norme Usa per l’esportazione di droni risalenti a febbraio 2015, il documento mira a creare uno standard internazionale in grado di assicurare anche la trasparenza delle attività commerciali nel settore. Si tratta di un mercato in crescita che ha necessità di essere regolato, onde evitare il proliferare di attività contrarie ai principi del diritto internazionale e fuori dalla tracciabilità economico-commerciale.

Una fonte istituzionale Usa ha dichiarato a Defense News: “Gli Stati Uniti hanno la responsabilità di assicurare che la vendita, il trasferimento e il successivo uso di tutti gli UAV di produzione Usa rispettino gli interessi della sicurezza nazionale e della politica estera Usa, inclusa la sicurezza economica, così come i valori e gli standard internazionali degli Stati Uniti”.

Questo documento – secondo alcuni osservatori – potrà avere importanti conseguenze nel mercato internazionale di settore. Non si esclude che esso possa finire per avvantaggiare le produzioni di altri Paesi come Cina e Israele, notano alcuni addetti ai lavori.

Michael Horowitz, docente di Scienze politiche all’Università di Pennsylvania ed esperto di politiche per l’esportazione dei droni, ha affermato che l’approvazione dei Paesi a una politica di export responsabile potrebbe aiutare altri esportatori ad avere nuovi clienti, soprattutto se l’export Usa non dovesse crescere.

Il 3 ottobre, in occasione di alcuni incontri nelle Nazioni Unite, gli Usa potrebbero comunicare la prima lista di Paesi firmatari della dichiarazione.

Il nostro Paese non è estraneo al tema visto che nel 2012 aveva richiesto agli Stati Uniti l’autorizzazione ad armare i suoi due MQ-9 Reaper (acquistati dalla statunitense General Atomics) con missili aria-terra Hellfire, autorizzazione arrivata solo nel novembre 2015. Altri Paesi in dotazione dei Reaper non hanno mai ottenuto il kit d’armamento, a esclusione della Gran Bretagna, che oltre ad armare i propri Reaper ha da tempo l’autorizzazione a imbarcare sui droni, oltre agli Hellfire anche i missili Brimstone prodotti da Mbda Uk.

×

Iscriviti alla newsletter