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Vanno a Megawatt

Energie PER l'Italia
Energie PER l’Italia

Politiche liberali, family day, scuole paritarie, competitivi a livello internazionale sul piano della ricerca, attrattivi per aziende e i cosiddetti ‘cervelli’.
Questi i principali punti toccati nei 7 minuti ciascuno, nei 12 interventi, del primo giorno di Megawatt, la convention di Stefano Parisi. Alle 17.15 entra tra i primi tre hashtag nella classifica twitter. Domani riprendono i lavori in via Watt, e il luogo come fu per la Leopolda di Matteo Renzi a Firenze, anche qui a Milano, condiziona tutta la comunicazione della convention. Qui, a Milano, Parisi parte con tre lampadine e lo slogan “Energie PER l’Italia”, con l’intenzione di proseguire nelle altre città nelle prossime settimane e mesi per dare una alternativa certa e rassicurante a mercati, elettori e all’Europa. Una preposizione è la parola guida di questa, che più volte è stata definita, Conferenza Programmatica. Un’alternativa per. A chi non vuole più un voto ‘contro’.
Gli ospiti di domani, ancora 12, scelti per un contributo generoso, liberi, (come li ha definiti Stefano Parisi), non uomini e donne di politica, non uomini e donne aderenti ad un partito, anche rappresentanti del mondo del lavoro e del mondo produttivo. Il confronto con il Big Bang di Matteo Renzi, per me che partecipai nel lontano, ormai, 2011 è un confronto facile, per certi versi utile. Sono momenti storici diversi, sono storie di schieramenti differenti, ma l’obiettivo comune “rilanciare qualcosa di più di un partito”.

La Leopolda era un luogo aperto alle famiglie. Ricordo spazi per giocare a basket. Megawatt invece è un luogo che parla della famiglia, tradizionale per lo più, ma che fa perdere freschezza al progetto liberale di Stefano Parisi. Così si succede sul palco chi chiede l’assegno di maternità con chi chiede meno Stato. La destra ha più anime, mai come ora è chiaro. Il significato di libertà è il primo tema trattato con i 4 direttori.
Inutile dire che però a questa tavola rotonda non c’ero più perchè nella vita reale ogni occasione è buona per il family day quindi da brava mamma (per la verità con il papà) mi trovavo in piscina per il suo primo giorno di prova. Il tema della conciliazione la destra non lo sa ancora trattare, spero venga affrontato in modo innovativo nei lavori di domani. Anche il web fa la sua ironia oggi sull’evento che dovrebbe ricaricare il centrodestra e si chiede “ma è una convention del cdx o dell’Enel?”. L’entusiasmo comunque non manca, la speranza è una delle tre lampadine, che oggi Stefano Parisi ha ininterrottamente tenuto accesa.
Restano alcuni temi caldi: la buona scuola. L’approccio della destra purtroppo è troppo condizionato dalle eccellenze lombarde, era un errore che commetteva all’epoca anche il Ministro Moratti con il sottosegretario Aprea: gli italiani hanno voglia di più scuola pubblica non di meno scuola pubblica, e quando la destra parla di questi temi deve pensare da Roma in giù. Altrimenti prende bastonate se non capisce che (da Roma in giù) l’italiano vede come “non” funziona la sua scuola, capisce che necessita di più soldi, e non tollera che qualcuno possa spostare anche solo un centesimo per darlo alle private. Pensa che non servirebbero le private se le pubbliche fossero all’altezza della Finlandia. La destra che restasse arenata su questi due temi bollenti (famiglia e scuola) sulle posizioni di Gelmini (ministra) ecc non tornerà al governo. Parisi vale di più e lo ha capito Berlusconi. L’istituto Bruno Leoni vale di più. L’Italia, l’Europa hanno bisogno di un’altra destra? Parisi certamente è un’altra destra. La convention di oggi e domani, PER, in giallo, (con molti lettori de Il foglio e di Formiche, guardando oggi in sala tra pubblico e relatori), è un segmento della società che Parisi vuole contare.
Renzi molto spesso dai suoi detrattori viene definito l’erede di Berlusconi. In uno scenario del genere deve essere molto difficile anche scegliere altri leader di destra.

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