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Ecco investitori e finanzieri che facevano il tifo da tempo per Donald Trump

Trump

La vittoria di Donald Trump ha sconvolto buona parte di Wall Street. Ma non Jeffrey Gundlach, direttore della sgr DoubleLine Capital, che aveva previsto da mesi l’ascesa alla Casa Bianca del tycoon. In un periodo di rendimenti obbligazionari a minimi record, Gundlach ha scaricato i T-bond a lunga scadenza. Sosteneva che i rendimenti sarebbero certamente saliti anche grazie alla previsione che i deficit degli Stati Uniti si sarebbero ampliati, nel momento in cui le proposte abbozzate da Trump di riduzione dell’imposizione fiscale e incremento della spesa per il miglioramento delle infrastrutture statunitensi sarebbero state attuate.

Nella giornata di mercoledì 9, proprio mentre il mercato azionario si scrollava di dosso lo shock iniziale, il rendimento dei Treasury a dieci anni ha toccato il 2,05%, superando per la prima volta da marzo la soglia del 2%. «Sapevamo che Trump avrebbe vinto e che questo avrebbe danneggiato le obbligazioni», ribadisce. In un webcast a luglio con i clienti, Gundlach aveva anticipato che con Trump come inquilino del 1600 di Pennsylvania Avenue probabilmente il debito pubblico sarebbe lievitato nel tentativo di alimentare la crescita economica, citando le promesse di costruire un muro sul confine messicano e rinnovare le infrastrutture. Quando ha elaborato la previsione, gli investitori compravano buoni del Tesoro; all’epoca, i titoli a dieci anni rendevano poco più dell’1,3%. E lui ha venduto. La mossa ha dato i suoi frutti. A questo punto, Gundlach ritiene che le obbligazioni potrebbero avere un rally nel breve periodo, ma probabilmente continueranno a calare di prezzo per i prossimi cinque anni, e il T-bond a dieci anni arriverà a un rendimento del 6%.

Gundlach è parte del piccolo gruppo di illustri investitori e analisti di Wall Street ad avere indovinato l’identità del 45esimo presidente nonostante la schiacciante previsione a favore di Hillary Clinton. Il miliardario Carl Icahn e i gestori di hedge fund John Paulson della Paulson & Co., Robert Mercer di Renaissance Technologies e Anthony Scaramucci di SkyBridge Capital hanno tutti supportato The Donald mediante la raccolta di fondi o le donazioni per la campagna o la consulenza, anche quando gran parte di Wall Street aveva preso le distanze dal candidato repubblicano. «In passato ho sostenuto candidati presidenziali perdenti», ammette Scaramucci, che aveva appoggiato Scott Walker e Jeb Bush all’inizio della campagna per le primarie repubblicane.

Dopo l’incontro con Trump a una raccolta fondi a East Hampton (New York), Mercer, co-amministratore delegato di Renaissance Technologies, e la figlia Rebekah, hanno giocato un ruolo chiave nel colpo di coda di agosto nella campagna presidenziale, raccomandando il presidente di Breitbart, Stephen Bannon, e la sondaggista repubblicana Kellyanne Conway per i posti migliori. All’interno di Renaissance, società che basa la propria attività strettamente su modelli informatici e algoritmi, l’endorsement di Mercer era in contrasto con la posizione pubblicamente assunta dal fondatore Jim Simons, che ha destinato milioni di dollari a un Super Pac della Clinton.

Alcuni di questi sostenitori probabilmente stanno già beneficiando dell’esito elettorale a sorpresa. Al 30 giugno, in base ai più recenti fascicoli depositati, sei delle dieci posizioni principali della Paulson & Co. riguardavano aziende farmaceutiche, tra cui Shire, Mylan, Allergan, Teva Pharmaceutical Industries e Valeant Pharmaceuticals. Mercoledì scorso Shire ha registrato un balzo dell’11,5%, Mylan ha guadagnato il 4,9%, Allergan è salita dell’8,7%, Teva del 3,1% e Valeant del 7,4%. La ex first lady ha fortemente criticato i prezzi dei farmaci e i titoli del comparto negli ultimi mesi sono scesi nella convinzione che i democratici avrebbero vinto.

Nel corso della festa della vittoria, Icahn martedì sera ha affermato che l’elezione di Trump andrà a beneficio dei mercati nel lungo periodo. «In questo Paese non c’è produttività», ha puntualizzato. «Penso semplicemente che serva disperatamente un cambiamento». All’indomani Icahn ha confessato in un’intervista televisiva che quando ha lasciato la festa è andato a casa e ha comprato altre azioni. Nel corso dello scorso anno l’ottantenne ha mantenuto una strategia ribassista sul mercato azionario con pesanti puntate short. Tuttavia, tiene anche le redini di aziende quali il raffinatore di petrolio Cvr Energy e il produttore di automotrici American Railcar Industries, che hanno entrambe messo a segno una salita mercoledì.

Anche Jason Trennert, presidente e amministratore delegato della società di investimento Strategas Research Partners, aveva pronosticato la vittoria di Trump. I suoi clienti erano largamente in disaccordo. Non più tardi di due settimane fa erano più propensi a informarsi sulle possibilità di una disfatta democratica al Congresso che la vittoria di Trump. Trennert, grande repubblicano con tanto di fotografia di Ronald Reagan sulla propria scrivania, non avrebbe rivelato il proprio voto. Ma l’encomio per la sua corretta previsione è arrivato per lo più dai sostenitori di Trump.

(Articolo pubblicato sul quotidiano Mf/Milano Finanza diretto da Pierluigi Magnaschi)

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