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Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi. Come Bruxelles picchia ancora sulle banche

La Commissione ha presentato la scorsa settimana il pacchetto di nuove regole sulle banche. Bruxelles è intervenuta su molte materie: credito alle pmi, leva, liquidità, requisiti per il bail-in e per la capacità di assorbimento delle perdite (Mrel e Tlac), requisiti di secondo pilastro (Srep), principio contabile Ifrs 9. La Commissione ha così proposto modifiche al regolamento Crr, alle direttive Crd4 e Brrd e al regolamento sul Single resolution mechanism. Ecco le principali novità, che devono essere ora approvate in via definitiva da Consiglio e Parlamento Ue.

LE NOVITA’ DA BRUXELLES

Per gli istituti italiani uno degli aspetti principali riguarda i prestiti alle aziende con fatturato sotto 50 milioni. Il fattore di supporto (Sme Supporting Factor) è stato esteso. La Commissione Ue ha confermato la riduzione di capitale del 23,8% per le esposizioni verso le pmi che non superano 1,5 milioni di euro. Inoltre il vantaggio è stato esteso anche ai prestiti oltre 1,5 milioni, che avranno uno sconto del 15% per la parte eccedente la soglia in aggiunta alla riduzione del 23,8% per la parte sotto 1,5 milioni. «Rivendichiamo di aver richiesto con forza la misura», ha detto all’Ansa Giovanni Sabatini (in foto), dg dell’Abi e presidente del comitato esecutivo dell’Ebf. «Se però poniamo questo aspetto positivo su un piatto della bilancia e sull’altro mettiamo le altre misure come quelle su Mrel, Tlac, leva e liquidità, allora l’ago pende verso un ulteriore carico per le banche e un inasprimento delle richieste di capitale in un momento in cui la ripresa è ancora fragile», ha aggiunto Sabatini.

LA REVISIONE DEL CRR

Leva, liquidità, rischi mercato, grandi esposizioni, Ifrs 9. La revisione del Crr è stata l’occasione per completare l’adeguamento dell’Ue a Basilea 3 con gli indici di leva e liquidità. Quanto ai primi, la Commissione ha deciso di imporre un leverage ratio minimo del 3%. Le autorità valuteranno requisiti aggiuntivi sulla leva per le banche di dimensioni sistemiche soltanto quando saranno completate le discussioni a livello internazionale. Quanto alla liquidità, il nuovo Crr ha fissato le regole per l’indicatore di lungo termine (Net Stable Funding Ratio). Ulteriori questioni affrontate nel testo Ue riguardano le grandi esposizioni delle banche (il tetto è stato fissato al 25% del capitale Tier 1), lo standard Ifrs 9 (è stato introdotto un periodo transitorio di cinque anni per ammortizzare l’effetto del principio contabile sul capitale), i rischi di mercato, gli investimenti in fondi, le norme per le banche di Paesi terzi operanti in Europa e i requisiti di reporting e trasparenza per le piccole banche.

COME CAMBIA LA BRRD

Mrel, Tlac e nuovi titoli per il bail-in. La Commissione Ue, attraverso la revisione della Brrd, ha introdotto in Europa i requisiti per l’assorbimento delle perdite, definiti a livello internazionale dal Financial Stability Board e noti con l’acronimo Tlac. I requisiti saranno graduali, con avvio nel 2019 e completamento nel 2022, quando saranno pari al 18% degli attivi ponderati e al 6,75% di leverage ratio. In Europa dovranno essere rispettati dalle maggiori 13 banche, tra cui l’italiana Unicredit . I requisiti europei Mrel invece sono specifici per ogni istituto europeo (secondo pilastro) e saranno fissati dal Single Resolution Board. È prevista anche una «Mrel guidance» aggiuntiva, la cui violazione non produce limitazioni alla distribuzione di cedole.

IL RISPETTO DEI REQUISITI

Per il rispetto dei requisiti Tlac e Mrel le banche potranno emettere una nuova classe di titoli, a metà strada tra bond subordinati e senior. La Commissione Ue ha armonizzato la gerarchia dei titoli svalutabili, optando per il modello francese: in caso di crisi i nuovi titoli «non-preferred senior» saranno svalutati dopo le azioni e gli altri titoli di capitale (Additional Tier 1 e Tier 2) ma prima dei bond senior. È stato così bocciato il modello tedesco, che prevede la subordinazione retroattiva per legge dei titoli senior. Tuttavia anche lo schema francese presenta alcune incognite, come il rischio di ingorgo di emissioni e di aumento dei costi di finanziamento delle banche.

COSA SUCCEDE AL SECONDO PILASTRO

Srep e secondo pilastro. La Commissione ha chiarito la natura di questi requisiti e le condizioni che i supervisori (tra cui la Bce) devono rispettare per poterli imporre alle banche (per i dettagli si veda MF-Milano Finanza del 15 novembre). Gli Srep si divideranno in due parti: un requisito (vincolante) e una guidance (non più vincolante) per i rischi ipotetici come quelli legati agli stress test. I requisiti di secondo pilastro non dovranno coprire rischi sistemici o macroprudenziali.

LO SCENARIO SU BASILEA

Basilea 4. Le norme varate ieri hanno completato il quadro di Basilea 3, ma a fine mese i supervisori globali si incontreranno in Cile per ulteriori misure (note perciò come Basilea 4) che riguardano i modelli interni e i rischi operativi. La scorsa settimana l’assemblea del Parlamento Ue ha votato la risoluzione che chiede al Comitato di Basilea di non aumentare i requisiti in modo significativo. «Un segnale forte e chiaro», ha detto il presidente della commissione economica Roberto Gulatieri. Mentre avanzano le misure di riduzione dei rischi bancari, sono ancora carenti quelle sulla loro condivisione, a cominciare dalla garanzia Ue sui depositi.

(Articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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