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Tutti i segreti di Marco Montemagno per diventare maghi sul web

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Una lunga coda al terzo piano della Mondadori di Piazza Duomo a Milano. Roba che a vederla così tutta quella gente si pensa che stia aspettando Saviano o Baricco. E invece, quelle persone in fila indiana sono in attesa per poter ascoltare e stringere la mano a Marco Montemagno, in libreria da qualche settimana con “Codice Montemagno. Diventa imprenditore di te stesso grazie al digital” (Mondadori Electa, euro 17.90). “Non sono un motivatore”, ha spiegato Monty – così lo chiamano tutti– che però se ne intende di tecnologia e ha un gran carisma.

CHI È?

Marco Montemagno ha 45 anni, si è diplomato al liceo classico e poi iscritto alla facoltà di Giurisprudenza.  A un certo punto però ha ceduto al fascino del web e ha abbandonato l’Università degli Studi di Milano. C’è da ammetterlo, Montemagno ha creduto nel digitale in tempi non sospetti: “la gente mi prendeva un sacco in giro”, ha spiegato nel suo libro. Poi, ha aggiunto divertito: “Credevo di fare il comico”. Ha cofondato Blogosfere, ha portato in Italia eventi come la Social Media Week  e condotto un programma di tecnologia su SkyTg24. Ha una dolce metà, 4 figli (18, 16, 7 e 2 anni) e un passato da giocatore di ping pong. Dal 2012 vive a Brighton, in Inghilterra.

IL CODICE MONTEMAGNO

È diventata una Bibbia. Ma, chiariamolo subito, non contiene la ricetta per la felicità, solo una serie di consigli su come utilizzare il web, i social e tutto il resto del cucuzzaro. Nove capitoli per nulla convenzionali che regalano al lettore le linee guida per sfruttare al meglio le potenzialità del web. Segna l’animo di chi decide di sfogliarlo? Per forza. Per mettersi in gioco bisogna credere in se stessi. E ancora, per credere in se stessi bisogna stimarsi. Mica cosa semplice. Il volume è nato dalla volontà “di raggiungere un pubblico diverso da quello che sta su Facebook, perché ci sono persone che ancora non hanno i social e forse non ce li avranno mai. Poi, un libro, rispetto a un video, dà la possibilità di esprimere in maniera più ordinata i concetti di cui si vuole parlare”, ha spiegato entusiasta l’imprenditore. Marco è infatti seguitissimo sul social ideato da Mark Zurckeberg dove ha una vasta community. Ed è convinto che l’ottimo riscontro avuto dal libro sia dovuto proprio agli amici virtuali: “Perché sta andando così bene? Credo che sia merito della community, ‘brand is trust’  diceva Steve Jobs e credo che sia vero. La fiducia in qualsiasi rapporto è essenziale”. C’è chi pensa però che il successo del libro sia dovuto alla situazione politica, economica e sociale dell’Italia. Alla “crisi” insomma. Ma il 45enne non sembra sia d’accordo con questa chiave di lettura. “Non credo sia ‘colpa’ del momento storico. La verità è che l’italiano cerca ancora il posto fisso (la sicurezza). Io vivo in Inghilterra non c’è l’idea di stare nello stesso posto per tutta la vita”, ha precisato ancora. Nonostante, l’importanza rilevante riconosciuta al mondo digital, Montemagno pensa si possa ancora fare impresa in maniera analogica. Ad alcune condizioni però: “Bisogna essere posizionati nella parte alta della piramide e avere la forza di arrivare al clienti in maniera diretta, battendo il territorio e stando nelle piazze”.

LA PRESENTAZIONE

Anche la presentazione milanese del “Codice Montemagno” è stata sui generis. “Non mi siedo dietro quel microfono se no sembro Belfagor”, ha esordito. Poi, ha iniziato a dare una serie di consigli su quelli che sono i trend del momento, partendo dai Bot per finire alle Facebook Ads, passando per l’importanza dei video delle UR/AR, degli influencer e di Instagram. Con un linguaggio semplicissimo, Monty ha spiegato a tutti come si può fare per riuscire a ritagliarsi il proprio cono di luce nello sconfinato mondo di Internet. Dici niente.

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