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Chi c’era e cosa si è detto alla presentazione del Rapporto 2017 Welfare Index Pmi

Ieri all’Università Luiss di Roma è stato presentato il Rapporto 2017 Welfare Index Pmi, alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, Marco Sesana, country manager e amministratore delegato di Generali Italia, Alberto Baban, presidente Piccola Industria Confindustria, Mario Guidi, presidente Confagricoltura, Cesare Fumagalli, segretario generale Confartigianato Imprese e Gaetano Stella, presidente Confprofessioni.

LE NOVITÀ DI QUEST’ANNO

La ricerca, realizzata da Innovation Team – Gruppo Mbs Consulting, ha monitorato 3.422 imprese (il 60% in più rispetto allo scorso anno) con un numero di dipendenti fra 6 e 250, su 600mila totali presenti in Italia, per studiarne le pratiche di welfare aziendale. Rispetto al 2016 l’indagine è stata estesa a cinque settori produttivi: industria, commercio e servizi, agricoltura, artigianato, studi e servizi professionali, più il terzo settore.

Un’altra novità è l’introduzione del Rating Welfare Index Pmi, che ha permesso di classificare le aziende sulla base dell’ampiezza e del contenuto delle iniziative, dell’originalità e delle politiche di welfare.

“È il primo indice per misurare il livello di welfare nelle pmi, in cui lavora l’80% dei lavoratori del settore privato”, ha detto Lucia Sciacca, direttore Comunicazione e Sostenibilità di Generali Country Italia.

“Le imprese hanno bisogno di un supporto nel capire le possibilità del welfare aziendale e Welfare Index Pmi non è solo un rapporto con dei risultati, ma è anche una piattaforma di servizi per le imprese, che ad esempio possono ottenere informazioni sull’evoluzione della normativa e fare un auto assestment. L’indice, inoltre, permette di comunicare il proprio livello di welfare in modo immediato – con un valore crescente da 1W a 5W – rendendolo un vantaggio competitivo all’esterno e un fattore di engagement all’interno”.

BABAN, GUIDI, POLETTI E SESANA PER IL RAPPORTO 2017 WELFARE INDEX PMI. LE FOTO

I FATTORI DI SUCCESSO 

Sono la conoscenza di norme e opportunità, e la disponibilità a creare alleanze nel territorio, a creare le condizioni migliori per lo sviluppo di iniziative di welfare”, ha detto Enea Dallaglio, amministratore delegato Innovation Team.

Il tutto, però, accompagnato da una mano dello Stato: “La legge stabilità 2016, il decreto interministeriale marzo 2016 e legge stabilità 2017, hanno dato al welfare aziendale un perimetro definito e lo hanno promosso con incentivi robusti. Sta nascendo una vera economia del welfare, fatta di nuovi servizi di assistenza alle persone, nuove figure professionali, aggregatori di servizi che fanno incontrare domanda e offerta e nuove piattaforme tecnologiche”.

NECESSARIO SUPERARE LA DICOTOMIA CONFLITTO – CONTRATTO

“Dal report si deduce un’evoluzione quantitativa, ma anche qualitativa del welfare aziendale, questo significa che la partecipazione responsabile dell’impresa alla qualità di vita dei propri dipendenti va oltre la convenienza fiscale”, ha detto Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.

“I due pilastri, conflitto e contratto, non bastano più, abbiamo bisogno di una spinta diversa nella relazione fra azienda e lavoratori. Una risposta standard non c’è, data la pluralità delle variabili nelle imprese, ma è necessario un set di strumenti da fare agire in modo coordinato. È molto utile avere a disposizione un indice che metta in evidenza fattori come la sanità integrativa e la formazione, che sottolinei la loro dinamica di cambiamento negli anni e che dia loro leggibilità ed efficacia. In ogni caso”, ha concluso il ministro, “il welfare pubblico non deve mollare il campo, ma continuare a fare la propria parte, anzi, la capacità di far coagire pubblico e privato può fare la differenza”.

BABAN, GUIDI, POLETTI E SESANA PER IL RAPPORTO 2017 WELFARE INDEX PMI. LE FOTO

 

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