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Perché Papa Francesco e Benedetto XVI non si fanno la guerra

La pubblicazione di una prefazione del Papa emerito al libro del cardinal Robert Sarah La forza del silenzio ha infiammato le passioni. In Italia e in mezzo mondo. Tra chi fischia a una invasione di Ratzinger nel campo di Bergoglio e chi asserisce che Benedetto XVI stia lanciando segnali alla popolo cristiano e al Papa regnante. Ma la vicenda autorizza anche un’altra narrazione, oltre a quella di una pretesa contrapposizione tra i due.

LE PAROLE DI RATZINGER

Il primo a pubblicare lo scritto che ha scatenato il caso è stato mercoledì il giornale conservatore statunitense FirstThings, tradotto e rilanciato giovedì da La Nuova Bussola. È una prefazione in forma di lettera che Ratzinger firma a penna e data “nella settimana di Pasqua 2017”. L’Emerito offre una breve meditazione sull’importanza del silenzio. Quindi Ratzinger elogia il cardinal Sarah per una profondità interiore “che gli permette di riconoscere i pericoli che minacciano continuamente la vita spirituale anche dei sacerdoti e dei vescovi, minacciando così la Chiesa stessa, nella quale al posto della Parola nient’affatto di rado subentra una verbosità in cui si dissolve la grandezza della Parola”. Citando il cardinale prefetto del Culto, offre una traccia di “esame di coscienza per ogni vescovo”: “Può accadere che un sacerdote buono e pio, una volta elevato alla dignità episcopale, cada presto nella mediocrità e nella preoccupazione per le cose temporali”. Infine Benedetto chiude dicendosi grato a “Francesco di avere posto un tale maestro dello spirito” alla testa della Congregazione del culto. Conclude: “Con il cardinale Sarah, un maestro del silenzio e della preghiera interiore, la Liturgia è in buone mani”. Quello che ha scatenato gli animi è questo presunto, inedito endorsement sotto forma di attestato di stima a un cardinale e a Francesco che lo ha scelto per un ruolo chiave in Curia. Ratzinger si era già occupato pubblicamente di liturgia dopo la rinuncia (es qui). E non si può dimenticare che lo stesso Bergoglio ha insistito più volte sul silenzio e condannato il carrierismo clericale. Anche se, ovviamente, con accenti differenti rispetto al predecessore.

“QUESTA APPROVAZIONE È UNA BOMBA”

“Clamoroso: Benedetto XVI in campo per sostenere il cardinal Sarah”, titola La Nuova Bussola. Una “vera e propria bomba”, scrive il direttore. Riccardo Cascioli parla di un intervento “senza precedenti”, “che cerca di blindare il cardinal Sarah e rimetterlo effettivamente a capo della Congregazione per la liturgia”. Cascioli sostiene che la mossa “indica la preoccupazione del Papa emerito per quanto sta avvenendo nel cuore della Chiesa”.

L’IRRITAZIONE DEL TEOLOGO

Dal fronte opposto, il teologo Andrea Grillo dice di una “interferenza grave” e di “alterazione degli equilibri ecclesiali”. È come se l’Emerito, aggiunge, “avesse improvvisamente rinunciato alla rinuncia e volesse influenzare le decisioni del successore”. Prima del caso in questione era stato se possibile più duro con l’emeritato. In futuro, affermava in aprile, “niente veste bianca, niente prossimità di sede con il Papa, nessuna comunicazione pubblica”. Lo sostenevano anche i gesuiti tedeschi: Ratzinger deve tacere. Nella stroncatura di Grillo c’è spazio pure per Sarah, definito “incompetente” e “totalmente inadeguato”. Incalza: “Le sue teorie strampalate e le sue rigidità impediscono alla Congregazione di svolgere il suo lavoro”.

“SARAH NEL MIRINO”

Al contrario i sostenitori di Sarah accusano da tempo un climax ascendente di manovre architettate per esautorarlo. Tutto è diventato evidente l’estate scorsa, con la sconfessione pubblica del porporato che aveva insistito sulla necessità di una “riforma della riforma” liturgica post conciliare, a suo dire caldeggiata da Francesco. La Sala Stampa smussò, precisò, lo gelò: meglio evitare l’espressione “riforma della riforma”. In precedenza era stata la Civiltà Cattolica dei gesuiti a titolare “La riforma della riforma è un errore”. Intanto il depotenziamento del cardinale è proseguito con uno spoyl sistem in Congregazione, dove, si sostiene, il ricambio con officiali di diversa sensibilità dalla sua ne limiterebbe il campo d’azione.

LE VARIE EDIZIONI DEL LIBRO DEL CARDINALE 

La prefazione non c’era nella prima edizione del volume, in francese, uscita nell’autunno 2016. Non c’è nella pubblicazione in inglese in libreria da aprile 2017. Compare solo nella traduzione in tedesco, in uscita il 24 maggio. E ci sarà in quella italiana, prevista per fine giugno. Perché solo adesso? All’escalation della presunta mobbizzazione subita dal cardinal Sarah, il novantenne Ratzinger ha deciso di reagire? O la tempistica non è semplicemente da ricondurre al fatto che l’Emerito, poliglotta ma anziano, ha letto con calma il libro, magari appena disponibile la traduzione nella sua lingua madre, e ne ha scritto un testo di accompagnamento per l’edizione in uscita destinata ai lettori in tedesco? Al di là dei movimenti interni al Culto divino, di cui il porporato guineano è prefetto da fine 2014 per volere di Francesco, c’è anche altro.

IL TESTO DI RATZINGER HA IL SIGILLO DEL VATICANO

Nella serata di venerdì, il sito Vatican Insider ha ottenuto e pubblicato la traduzione italiana ufficiale che comparirà nel volume in uscita per Cantagalli a fine giugno. In coda, la dicitura “Copyrigth della Libreria Editrice Vaticana”. Cioè l’editore che detiene i diritti d’autore di tutti gli scritti di Francesco e del predecessore. Dunque in Vaticano si sapeva della lettera di Ratzinger a Sarah.

LE VOLTE CHE BENEDETTO HA CHIESTO PERMESSO

Può il Papa emerito avere scritto quelle righe senza avere chiesto non solo il permesso ma avere preventivamente inviato il testo a Francesco? Le precedenti rotture della consegna del silenzio che si è dato forniscono gli indizi per una risposta che ragionevolmente pende per il “no”. Due esempi tra i tanti, a cominciare dalla pubblicazione lo scorso anno delle Ultime conversazioni, il libro intervista con Peter Seewald. Il giornalista tedesco ha svelato come è nato il progetto: non doveva essere pubblicato nulla prima della morte di Benedetto. Seewald però insiste. Ratzinger cede solo ad una condizione: che Francesco dia il consenso. E così è andata. Un consenso Benedetto lo ha ottenuto anche alla pubblicazione della biografia scritta dall’amico teologo, Elio GuerrieroServitore di Dio e dell’umanità. In chiusura c’è una intervista a Ratzinger. In apertura la prefazione di Bergoglio, “grato” a Benedetto XVI anche per la sua “disponibilità al consiglio” e per un suo intervento sulla misericordia pubblicato sull’Osservatore Romano.

L’AFFETTO E LA STIMA DI FRANCESCO PER L’EMERITO

Sappiamo – lo ha detto Francesco – che Regnante ed Emerito si scrivono, si telefonano, si incontrano. Spesso Bergoglio ha parlato di Ratzinger sollecitato dai giornalisti. Anche qui due esempi tra i numerosi. Luglio 2013, di ritorno da Rio. Dopo le dimissioni del tedesco e l’elezione dell’argentino, è la prima occasione per chiedergli quale sia la relazione con Benedetto XVI. Pablo Ordaz di El País non se la fa scappare: non c’è mai stata una circostanza simile di coabitazione in Vaticano di due papi. Rivela Francesco che qualcuno gli ha chiesto: “Ma come? Due Papi in Vaticano! Non ti ingombra? Ma non ti fa la rivoluzione contro?”. Agli “allarmati” dalla coabitazione, Bergoglio dice di rispondere con un’espressione che poi ha usato spesso: “No, è come avere il nonno saggio a casa”. E aggiunge: “Gli ho detto tante volte (a Ratzinger, ndr) Santità, lei riceva, faccia la sua vita, venga con noi”. Precisa: “Lui è un uomo di prudenza. Non si immischia”. Infine, un ultimo tassello: la scorsa estate, di ritorno dall’Armenia. Elisabetta Piqué de La Nación ricorda a Francesco le parole di Georg Gänswein su una sorta di ministero petrino condiviso, con un Papa attivo e un altro contemplativo. Il Papa risponde citando il discorso di congedo ai cardinali il 28 febbraio 2013, quando Ratzinger assicurò obbedienza al successore. “E lo ha fatto!” ha esclamato Francesco. Svela che gli è arrivata voce che qualcuno sarebbe andato dall’Emerito per lamentarsi del Regnante. “E lui li ha cacciati”, ha riportato Bergoglio. “Lui è un uomo di parola, un uomo retto… è l’uomo che mi custodisce le spalle e la schiena con la sua preghiera”.

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