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Lobby, orgoglio e pregiudizio

Poche idee, ma confuse. Sono tanti anni che mi occupo di lobby e sul mio mestiere ne ho sentite di tutti i colori. La citatissima frase attribuita a Einstein che dice che “È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio” si adatta perfettamente ai falsi miti che si affollano intorno alla professione. Ci ho fatto il callo, ma due cose ancora non mi vanno giù. La prima è grave perché mette in discussione a priori l’onestà dei professionisti del settore. La seconda è meno grave ma comunque fastidiosa, perché è portatrice di un grande equivoco. Il desiderio di fare un po’ di chiarezza ha portato Telos A&S, lo studio di lobbying del quale sono amministratore, a dare il via al progetto Lobby Non Olet che, tra le altre iniziative, coinvolge i protagonisti italiani del lobbying in una serie di video-interviste.

Leviamoci il dente, cominciando con il primo pregiudizio che vede i lobbisti come “influenzatori” delle decisioni della politica. Chiariamo: noi non influenziamo niente e nessuno, ma rappresentiamo semplicemente una posizione che i politici decideranno di accogliere oppure no. Su questo tema ci viene in soccorso Massimo Micucci, lobbista, caro amico e senior advisor in Reti. Lo abbiamo intervistato per Lobby Non Olet: “Il traffico di influenze avviene quando c’è in cambio la promessa di un vantaggio o di un compenso”. Insomma quando l’Istituzione – dopo aver ascoltato i diversi portatori di interesse – non prende la sua decisione liberamente ma viene condizionata dall’offerta di un vantaggio a suo favore. Questo è sbagliato e illegale, e non è il lavoro del lobbista. Per fugare ogni equivoco, sarebbe utile – come sostiene Micucci – garantire la trasparenza dei rapporti tra interessi e politica attraverso “una consultazione costante, aperta e trasparente, anche nella fase istruttoria della decisione pubblica”. “Vorrei che le proposte fossero fatte on line, attraverso strumenti digitali. Vorrei, in cambio di questa trasparenza, che il decisore pubblico risponda a ciò che chiedo, non necessariamente dicendo , ma dicendo no, oppure dicendo non mi interessa”.

È ora di affrontare il secondo pregiudizio, che fa passare i lobbisti come sensali, organizzatori di appuntamenti tra i portatori di interesse e i politici. Colgo l’occasione per dare un consiglio: diffidate di chi promette gli appuntamenti con i potenti. Nella maggior parte dei casi l’appuntamento, sempre che lo si ottenga, serve a poco se non si ha una proposta concreta, ragionevole e soprattutto documentata da fare. Insomma, niente di nuovo. Solo buon senso: prima di chiedere un appuntamento, bisogna avere qualcosa di interessante da dire.

Guarda la video intervista a Massimo Micucci, per la serie Lobby Non Olet.

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