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Così il campione russo della cyber viene a far lezione in Italia

Di Saverio Santori

Kaspersky Lab è una nota e importante azienda russa che si occupa di cyber security. In questi anni, però, oltre a riscuotere un certo successo e a sponsorizzare eventi come la Formula 1, si è ritrovata al centro di diversi scandali, veri o presunti.

Negli Usa, a seguito di allarmi dell’intelligence, i programmi della società moscovita sono stati banditi dal Pentagono e da altre agenzie federali per paura che – soprattutto dopo le interferenze registrate durante la scorsa campagna elettorale per le presidenziali – potessero aver costituito (o costituire ancora) una sorta di ‘cavallo di Troia’ del Cremlino nel cuore di Washington.

Il nome della società, però, non è comparso solo sui media d’oltreoceano. Anche nel nostro Paese Kaspersky Lab è assurta alla ribalta della cronaca a seguito di una serie di attacchi ai danni del ministero degli Esteri italiano. Nel 2013 la Farnesina, dopo essersi accorta che qualcosa non andava, si rivolse alla multinazionale moscovita della cyber security (poi sostituita con la statunitense FireEye. “La società russa”, evidenziò Il Mattino, “è però finita negli ultimi tempi al centro di diversi scandali. Su tutti”, si legge in un articolo di febbraio 2017, “spicca la confessione fatta da due ex dipendenti della società moscovita che dichiararono alla Reuters che la Kaspersky da oltre un decennio avrebbe cercato di danneggiare i concorrenti ingannando i loro antivirus, facendo classificare file benigni come dannosi.

Questa campagna segreta aveva come obiettivo Microsoft Corp, Avg Technologies Nv, Avast Software e altri rivali: ingannando i software li invitava a eliminare o disattivare file importanti sul Pc dei rispettivi clienti. Un’accusa che chiaramente è stata puntualmente smentita da Mosca”. Il tema, però, sottolineano gli esperti, è ancora vivo.​
Proprio per questo non stupisce che abbia destato un certo clamore il fatto che a Eugene Kaspersky, fondatore della compagnia, sia stato riservato il compito di ‘tenere lezione’ a Roma presso la prestigiosa università Luiss, guidata da Paola Severino che ha dimostrato grande interesse, anche personale, sul tema della sicurezza cibernetica.
Che siano tornati di moda i cattivi maestri in versione 4.0 si è chiesto qualche malizioso? Probabilmente è solo il fascino per lo straniero, soprattutto se parla russo. Per tutto il resto, ci manca l’antivirus.​

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