Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Il piano di Trump sulle infrastrutture farà bene a Pil e produttività. Parola del Cato Institute

Di Ryan Bourne
Congresso, DONALD TRUMP

Gli investimenti in infrastrutture, secondo molti esperti, genererebbero un aumento più che proporzionale del Pil. L’amministrazione Obama, ad esempio, riteneva che a ogni dollaro speso per il Piano American recovery and reinvestment del 2009 sarebbe seguito un ritorno in termini di Pil pari a un dollaro e mezzo.Secondo questa logica, la spesa pubblica può essere usata per ovviare al sottoutilizzo delle risorse causato da una diminuzione della domanda e potrebbe addirittura giovare all’economia nel lungo termine, prevenendo il deterioramento di capitale fisico e umano. Sin dal dibattito tra Keynes e Hayek negli anni 30, gli economisti hanno discusso molto sulla reale possibilità delle politiche  fiscali di stimolare la crescita economica, specialmente sul valore reale del moltiplicatore della spesa pubblica, i cui metodi di stima sono tutt’oggi controversi. A seconda dei modelli utilizzati, i Paesi esaminati e il tipo di spesa pubblica, i lavori empirici hanno prodotto sia valori del moltiplicatore tra 0 e 1, quindi con un significativo effetto di spiazzamento (cioè una diminuzione della spesa privata), sia moltiplicatori maggiori di 1, dove invece gli investimenti pubblici stimolerebbero quelli privati.

Le analisi di singoli programmi sono molto controverse, perché risulta molto complicato distinguere tra gli effetti di una determinata policy da quelli di altri fattori. Occorre anche considerare che l’efficacia della politica  scale varia a seconda dello stato in cui versa l’economia. Quando questa attraversa una fase di recessione, i moltiplicatori tendono a essere più alti rispetto a una fase di espansione o di economia vicina al pieno impiego. Oltretutto, le considerazioni politiche legate agli investimenti del governo potrebbero limitarne ulteriormente l’efficacia. Infatti, se il fine dei progetti è aumentare l’occupazione e stimolare l’economia di certe aree, si potrebbe finire per impiegare più lavoratori di quanto economicamente consigliabile, accrescendo quindi il carico  scale per i contribuenti e incentivando un’allocazione inefficiente delle risorse, che sarebbero distratte da attività più remunerative.

Giunto in Asia, Milton Freedman chiese perché ci fossero solo uomini con delle pale invece dei macchinari nei cantieri per la costruzione di alcuni canali. Quando gli venne risposto che si trattava di un piano per l’occupazione, il celebre economista disse “se volete veramente creare lavoro, allora dategli dei cucchiai al posto delle pale”. Analogamente, investimenti in zone con scarsi fondamenti economici potrebbero distogliere le stesse risorse da regioni a più alto potenziale, nonché incoraggiare la formazione di rendite.

Venendo alla situazione degli Usa oggi, l’economia è vicina al pieno impiego e il debito pubblico è superiore al 77% del Pil e il deficit nel 2017 è stato del 2,9%. Inoltre, i costi crescenti della sanità e i trend demografici faranno salire il disavanzo al 4%. In queste circostanze, un periodo di crescita come quello che stanno attraversando gli Usa dovrebbe servire per mettere in sicurezza le finanze pubbliche. Si spiegano così le recenti affermazioni dell’economista Bernanke, secondo cui “oggi, con l’economia vicina al pieno impiego, la necessità di uno stimolo alla domanda è molto minore di tre/quattro anni fa”. Infine, vi è la tesi secondo la quale la spesa per infrastrutture aumenterebbe la produttività, perché migliori infrastrutture faciliterebbero l’attività economica delle imprese. Nel caso Usa, che soffrono di un “infrastructure deficit”, senza nuove infrastrutture la crescita potenziale potrebbe diminuire. È questo probabilmente l’argomentazione più convincente per gli investimenti infrastrutturali. Al contrario dell’effetto diretto sul Pil, che è a volte molto al di sotto delle attese, c’è una solida base teorica per dire che gli investimenti infrastrutturali hanno spesso un effetto molto positivo sulla produttività dell’intera economia.

×

Iscriviti alla newsletter