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Così l’Italia gialloverde sposterebbe gli equilibri della Nato (a favore di Putin)

Gli effetti della crisi politica in Italia, in piena effervescenza e trasformazione, non sono solo domestici. C’è chi potrebbe trarre vantaggio geopolitico dalla situazione per spostare gli equilibri dell’alleanza atlantica. Il suo nome è Vladimir Putin.

Il presidente russo è vicino alle due principali forze politiche del Paese, il Movimento 5 Stelle e la Lega, che dagli ultimi sondaggi sembrano intorno al 90% dei collegi uninominali. Secondo il quotidiano inglese The Guardian, M5S e Lega hanno “stretti legami ideologici con il Cremlino, che potrebbero spostare la politica estera in Italia a favore del presidente russo”. Con un ipotetico governo gialloverde verrebbe meno il sostegno dell’Italia alla Nato e agli Stati Uniti.

Sebbene Matteo Salvini neghi il finanziamento russo alla Lega, ammette però la condivisione con Mosca di una nuova visione politica dell’Europa, non approvata da Bruxelles. Lega e M5S sono anche in sintonia sulla fine delle sanzioni contro la Russia (che, secondo loro, ha soltanto danneggiato l’economia italiana) e la possibilità di uscire dalla Nato.

Queste idee, messe nero su bianco nella prima bozza del contratto per il governo, hanno allarmato i partner della Nato, mettendo a rischio il “Nulla Osta di Sicurezza” per i futuri ministri. Le posizioni pro-Putin, e la firma di accordo tra Lega e Russia Unita per un ampio accordo di informazioni, comprometterebbe l’abilitazione che prevede il trattamento di dossier classificati dell’alleanza transatlantica (qui l’approfondimento di Francesco Bechis pubblicato su Formiche.net).

Il fondatore del movimento pentastellato, Beppe Grillo, era stato critico in passato sulla violazione dei diritti umani in Russia, ma il partito ha cambiato posizione. La retorica anti-Ue e anti-americana, e l’attacco all’ingerenza negli affari russi, hanno guadagnato spazio nel discorso del M5S.

“La crescente influenza del M5S e della Lega non comporterà necessariamente un cambiamento epocale nelle relazioni Italia-Russia – si legge sul Guardian -. Ma potrebbe segnare altri negoziati, come l’uso da parte della Nato di alcune basi militari, la resistenza a nuove sanzioni o il rinnovo delle precedenti e la richiesta di ridurre le truppe italiane nei Balcani”.

Il Consiglio Nato-Russia, un canale aperto dall’alleanza atlantica per favorire il dialogo con la Russia, si riunirà il 31 maggio a Bruxelles. In agenda ci sono le divergenze sulla guerra in Siria, il caso dell’ex spia russo Sergej Skripal e la richiesta fatta dalla Nato alla Russia di assumersi la responsabilità per l’abbattimento dell’aereo Malaysia Airlines in volo sull’Ucraina nel 2014. Il rischio per l’Italia è di cominciare a spostarsi (ancora di più) verso il margine.

 

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