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La ministra Trenta parla a Defense News. Ecco cosa ha detto su F35 e Libia

Di Federica De Vincentis
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Il nuovo governo italiano targato Movimento 5 Stelle e Lega potrebbe rallentare, ma non ridurre il suo ordine di caccia F-35, mentre intende tagliare la presenza italiana in Afghanistan secondo i piani del precedente esecutivo guidato da Paolo Gentiloni.

L’INTERVISTA A DEFENSE NEWS

La ministra Elisabetta Trenta ha scelto una testata americana specializzata (molto letta anche al Pentagono) per fare un punto sui principali dossier aperti sul tavolo ed in vista del prossimo vertice Nato a Bruxelles (11 e 12 luglio prossimi). Parlando con Tom Kington, la titolare del dicastero di Via XX Settembre ha rimarcato che Roma resta un fedele alleato degli Stati Uniti, ma ha aggiunto di essere scettica nei confronti delle sanzioni imposte alla Russia dall’Occidente.

L’IMPEGNO SUGLI F-35

La Trenta ha anzitutto rassicurato sul fatto che l’Italia manterrà, seppur con qualche possibile rimodulazione, l’impegno preso per quanto riguarda il programma F-35. Nonostante alcuni nel Movimento 5 Stelle avessero promesso l’anno scorso di rottamare l’acquisto italiano di 90 caccia, il ministro ha infatti confermato a Defense News che il nuovo governo non taglierà gli ordini, anche se potrebbe allungare il suo piano di acquisto. “Quello che mi piacerebbe fare – ha detto – è alleggerire il carico poiché abbiamo altri impegni di spesa in Europa. Cercheremo di allungare le consegne anziché tagliare l’ordine, il che ridurrebbe le compensazioni e comporterebbe sanzioni”. Si tratta, ha spiegato, di un progetto ereditato rispetto al quale il nuovo governo intende valutare i vantaggi industriali e tecnologici per l’Italia (“interessi nazionali”).

LE MISSIONI INTERNAZIONALI

La ministra della Difesa ha quindi ricordato l’incontro con il consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, John Bolton. “Gli Stati Uniti sono il nostro storico alleato, non ne abbiamo mai dubitato”, è stata ed è la premessa. All’emissario dell’Amministrazione Usa, la Trenta ha ribadito che l’Italia punta a raggiungere l’obiettivo Nato di spesa del 2% del prodotto interno lordo in difesa. “Ma vorremmo anche che la nostra forte presenza nelle missioni militari fosse riconosciuta come valore aggiunto”, ha aggiunto. E proprio sullo scottante dossier della nostra presenza in Afghanistan, la neo ministra ha voluto tranquillizzare gli Alleati. Nonostante il piano del governo precedente fosse di tagliare il personale in Afghanistan da 900 a 700, si procederà con la riduzione se e quando si troverà chi potrà rimpiazzarci sul campo. “Vogliamo iniziare un cambio di passo, come stabilito dal precedente governo, mantenendo allo stesso tempo operativa la missione “, ha detto Elisabetta Trenta. “Non vogliamo indebolire la missione, quindi cercheremo altri partner per assumere compiti come la logistica.” Il ministro ha riferito di aver chiesto aiuto a Bolton per lanciare una missione militare italiana pianificata in Niger in Africa per aiutare a combattere i trafficanti di migranti che spediscono migranti attraverso il Sahara verso la Libia, dove si imbarcano su imbarcazioni dirette verso l’Europa.

IL DOSSIER LIBIA (E FRANCIA)

Tra gli argomenti affrontati nell’intervista anche il dossier Libia, sul quale Roma ha chiesto il sostegno americano per assumere un ruolo di leadership per rilanciare il processo di pace. Il ministro della Difesa sarà nel Paese nordafricano il mese prossimo, dove incontrerà i referenti del governo di Tripoli, quello riconosciuto dalle Nazioni Unite e da Roma. Secondo la ricostruzione di Defense News, la ministra non nasconderebbe qualche perplessità nei confronti delle azioni della diplomazia francese, che ha sostenuto Haftar e accelerato per elezioni, forse premature, da tenere entro la fine dell’anno. Attriti, compresi quelli sul tema dei flussi migratori, che ha chiarito Trenta non incideranno però sull’operazione Fincantieri-Naval. Il governo riflette anche sul progetto di esercito europeo voluto da Parigi, che l’Italia non ha per ora firmato, in attesa di capire se – pur essendo un’iniziativa separata – indebolisca o no la Pesco, cooperazione strutturata permanente dell’Ue per la sicurezza e la difesa.

LE SANZIONI ALLA RUSSIA

Per quanto riguarda, invece, un altro argomento “caldo” come le sanzioni alla Russia per la perdurante crisi in Ucraina, Trenta condivide l’idea già espressa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Dobbiamo considerare gli interessi strategici dell’Italia”, ha detto a Defense News. “Le sanzioni hanno danneggiato le esportazioni italiane, e sarebbe una buona idea valutare strumenti alternativi”, ha sottolineato. La ministra si è infine spinta a precisare che il nuovo governo non considera la Russia “non come una minaccia ma come un partner economico”. Su questo è lecito immaginare la persistenza di una divergenza strategica. Il concetto strategico Usa infatti rilasciato dallo stesso Presidente Trump (per la Sicurezza Nazionale) e dal Segretario Mattis (per la Difesa) spiega con chiarezza il punto di vista degli Stati Uniti che peraltro corrisponde a quello della Nato. Business is business ma Mosca resta, per l’Occidente, una minaccia.

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