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Avviso dell’ammiraglio Di Paola: il Mediterraneo non si ferma a Tripoli

L’attenzione alla questione migratoria non può essere il pensiero unico del nostro Paese per il Mediterraneo. Piuttosto, l’Italia farebbe bene a vigilare sulle recenti evoluzioni della questione siriana e sulle mosse della Russia nel mare nostrum. Parola dell’ammiraglio Giampaolo Di Paola, già ministro della Difesa e già capo di Stato maggiore della Difesa, che Formiche.net ha sentito per commentare l’imminente esercitazione che Mosca ha organizzato nel Mediterraneo: dall’1 all’8 settembre, saranno impiegate 25 unità navali e 30 velivoli. Oltre al sostegno al regime di Assad, che si appresta a lanciare l’offensiva contro i ribelli stanziati a Idlib, la nuova mossa di Putin nasconde obiettivi ben più ambiziosi, che coinvolgono il Mediterraneo orientale e centrale e richiedono un grado di attenzione maggiore anche da parte del nostro Paese.

GLI OBIETTIVI DELL’ESERCITAZIONE

“Se i numeri sono quelli emersi, si tratta certamente di un’esercitazione importante e maggiore rispetto al solito”, ci ha spiegato Di Paola. “L’operazione è chiaramente legata alla questione della Siria, che per la Russia rappresenta un alleato storico da sempre, anche quanto si chiamava Unione Sovietica”. Eppure, “non è solo il Levante ad essere negli interessi del Cremlino; c’è anche l’Egitto, oltre a tutto il Mediterraneo orientale”, ha aggiunto l’ammiraglio. “L’obiettivo principale è dunque dimostrare agli altri le proprie capacità”, dove con altri si intendono gli Stati Uniti in primis, e i loro alleati in secundis.

RISCHIO ESCALATION?

Ad ogni modo, cautela sulla possibilità che l’esercitazione, ove connessa all’offensiva dell’esercito siriano su Idlib, ultima roccaforte dei ribelli, possa ingenerare un’escalation simile a quella che portò all’attacco di Stati Uniti, Francia e Regno Unito lo scorso aprile. “Non credo ci siano gli spazi per un esito simile – ha detto Di Paola – e per questo non bisogna drammatizzare”. Da evitare però anche il rischio opposto, e cioè minimizzare un’esercitazione che, per quanto si inserisce nelle periodiche operazioni russe, avviene in un momento particolarmente delicato per la questione siriana. Per questo, gli alleati euro-atlantici farebbero bene a “dimostrare, come si è sempre fatto, di aver anche noi capacità simili se non superiori, seguendo con attenzione e vigilanza le mosse dei russi”. D’altra parte, “la Russia ha tutto il diritto di fare esercitazione come fa la Nato o l’Italia, dato che come noi hanno una presenza importante nel Mediterraneo”.

NO AL PENSIERO UNICO SUL MEDITERRANEO

Eppure, questo non dovrebbe farci abbassare la guardia. In altre parole, ha aggiunto l’ammiraglio Di Paola, “l’attenzione alla questione migratoria non può essere il pensiero unico italiano; il Mediterraneo è una realtà complessa che coinvolge elementi come il Medio Oriente e la Libia”. Proprio per questo, “serve una presenza importante nostra e dei nostri alleati euro-atlantici per difende quelli che sono interessi legittimi”, ha aggiunto l’ex numero uno di Palazzo Baracchini. “Nella nostra politica il pensiero dominante non può essere monotematico sull’immigrazione, come se, risolto quel problema, abbiamo risolto tutto; non è così – ha chiosato Di Paola – serve una capacità di controllo primaria e una presenza costate e attenta”.

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