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Il governissimo dei saggi. Nessun grillino alla corte di Napolitano

Giorgio Napolitano è riuscito in un miracolo che solo un grande presidente della Repubblica poteva. Il Capo dello Stato ha prorogato il governo attuale come una sorta di depandance del Quirinale, ha fermato i giochi elettorali dei partiti (ovvero di Bersani e Berlusconi), ha accolto i suggerimenti del Movimento 5 Stelle (linea del prof. Becchi e dello stesso Grillo) e soprattutto – grazie alla formula dei saggi – ha varato un direttorio che sembra proprio, e forse lo è, un governissimo fra Pd, Pdl e Scelta Civica.

I nomi indicati dal Colle infatti sono da un lato tecnici autorevolissimi (Onida, Pitruzzella, Rossi e Giovannini) e dall’altro sono esponenti politici (Violante e Bubbico per il Pd, Quagliariello e Giorgetti per il Pdl e Lega, Mauro e Moavero per Scelta Civica).Bene, a guardare i nomi dei saggi indicati dai partiti si fa subito da conto: si è riformata una strana maggioranza. Centrodestra, centrosinistra e centro ancora insieme, per scrivere le riforme e, dopo (chissà) formare un governo.

A questo gioco di Napolitano non partecipa invece Beppe Grillo che, con il suo Movimento 5 Stelle non ha indicato nessun nome (gli è stato chiesto??). Per il momento quindi nel partito dell’ex comico genovese prevale l’idea delle mani libere. Se le riforme si faranno, i grillini potranno rivendicare di esserne stati il motore. Se non si faranno, potranno chiamarsi fuori dal fallimento. Pd, Pdl e Scelta Civica – che pure non hanno voluto fare un governo ‘ufficialmente’ insieme – ora dovranno trovare una quadra. Napolitano lo chiede e, soprattutto, è riusciti ad incastrarli.

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