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Ecco i regalini natalizi secondo Deloitte

Inizia la stagione dei grandi acquisti di beni di consumo: le settimane a ridosso del Natale – a partire da quello che in Usa è noto come Black Friday, il giorno dopo il Ringraziamento in cui gli shopper addict si scatenano. A dicembre, i retailer festeggiano e segnano risultati record. Ma da cinque anni in Europa, a causa della crisi, non è più così. Oppure no? Una risposta la fornisce la sedicesima edizione della “Xmas Survey” il sondaggio pubblicato da Deloitte, dopo aver intervistato 17mila consumatori in tutta Europa sul budget di spesa stanziato per il Natale. Le famiglie italiane investiranno 477 euro ciascuna, il 2,4% in meno rispetto al 2012. In Europa la spesa media stimata per il Natale 2013 (pari a 450 euro, quindi inferiore in valore assoluto a quella degli italiani) segna invece un leggero aumento (+0,8%).

IL REGALO PREFERITO DAGLI EUROPEI

Ma che manchi liquidità, lo dimostra il fatto che il principale regalo desiderato in 15 Paesi Europei su 18 sia il denaro. Trend confermato anche in Italia dove quasi un italiano su due (46%) ha dichiarato di voler trovare denaro sotto l’albero. In alternativa sarebbe molto gradito ricevere un viaggio (45%). Ma nella realtà la maggior parte degli italiani riceverà libri (42% delle intenzioni) e prodotti di cosmetica (26%).
“Gli italiani non rinunceranno agli acquisti ma si conferma la tendenza a prestare grande attenzione alla qualità intesa come utilità – afferma Dario Righetti, partner Deloitte e responsabile per il settore Consumer Business – i retailer perciò dovranno preoccuparsi di fornire trasparenti e semplici informazioni circa i vantaggi funzionali dei singoli prodotti indipendentemente dalle considerazioni sui prezzi”. Anche se i prezzi conteranno, eccome: il 91% di chi ha risposto al sondaggio cercherà prodotti in saldo e il 70% privilegerà l’utilità nello scegliere i regali.

CONSAPEVOLEZZA E CONVENIENZA

Ma, effettivamente, emerge una maggiore consapevolezza: il 65% degli italiani non acquisterà prodotti che non rispettano l’ambiente e il 63% comprerà più voleniteri il made in Italy, 72 su 100 consumatori presteranno attenzione a quanto scritto sulle confezioni. Ovviamente, poiché la crisi morde, a qualcosa si dovrà pur rinunciare: l’85% degli italiani è disposto a ridurre le spese per i prodotti di abbigliamento, l’83% per le attività di divertimento e l’82% per la tecnologia. Viceversa, emergono in maniera chiara due settori nei quali i consumatori non sono disposti a risparmiare (e per fortuna): le spese per la salute e l’educazione.

Nel 2013 il budget stimato degli acquisti on line è pari al 26% sul totale, ovvero circa 125 euro (un punto percentuale in più rispetto al 2012 e ben 6 punti in più rispetto al 2011) ed il 32% degli intervistati dichiara di utilizzare questo canale per i propri acquisti.

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