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Fincantieri e Stx, ecco chi gongola per lo stop di Macron

macron, rifugiati, migranti

Il grande gruppo della navalmeccanica europea che avrebbe dovuto sorgere consolidando il business della cantieristica navale non prende il largo ma affonda per effetto della decisione del governo francese di nazionalizzare lo stabilimento produttivo di Saint-Nazaire. Dopo essersi aggiudicato, vincendo regolarmente la gara indetta dal tribunale di Seul, il 66% di Stx France, Fincantieri dovrà ora cedere alla Francia il pacchetto azionario che le avrebbe consentito di costruire navi da crociera con minori pressioni sui margini di guadagno (già molto risicati quando ci sono).

Invece la nuova Airbus dei mari, così aveva ribattezzato il progetto di consolidamento della navalmeccanica europea il numero uno di Fincantieri Giuseppe Bono, è naufragata prima ancora di decollare e questo farà felice soprattutto le compagnie crocieristiche.

Sono state loro infatti, Msc Crociere e Royal Caribbean in primis, a fare pressioni sul presidente francese Emmanuel Macron (in foto), affinché non lasciasse in mani italiane la maggioranza azionaria del cantiere. Se questo fosse avvenuto i pochi gruppi che si spartiscono con ottimi ritorni il ricco e crescente mercato delle crociere avrebbero dovuto fare i conti con un duopolio composto da Fincantieri e dai tedeschi di Meyer Werft, con tutto ciò che ne sarebbe conseguito in termini di pressioni al rialzo sui prezzi delle nuove navi.

Proprio a proposito di Meyer Werft va ricordato che appena tre anni fa il gruppo controllato dalla famiglia Meyer aveva rilevato senza alcuna difficoltà, ma anzi con il benestare del governo finlandese e con il supporto di quello tedesco, Stx Finland sempre dal gruppo sudcoreano Stx, entrando così in possesso di un importante cantiere navale a Turku.

Condizioni di reciprocità e di libero mercato che oggi, a distanza di pochi anni, sembrano un lontano ricordo perché la Francia ha deciso di fare gli interessi dei clienti di Stx France, prima ancora che quelli dei suoi lavoratori e dell’indotto, sbarrando la strada alla scalata italiana. «Il nostro obiettivo è difendere gli interessi strategici della Francia», ha detto il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, annunciando la scelta di nazionalizzare «temporaneamente» il cantiere. Ma allora verrebbe da chiedersi: quando nel 2008 la Corea del Sud (perché il conglomerato Stx Corporation di fatto è in mano pubblica) ha rilevato Stx France si erano dimenticati di difendere gli interessi strategici nazionali? E poi: se tra i principali timori dei francesi c’era l’alleanza in Cina di Fincantieri con Carnival e con China State Shipbuilding Corporation, essersi messi in casa uno dei principali gruppi della navalmeccanica coreana non li aveva minimamente preoccupati nel decennio passato?

La verità è che alla fine di questa lunga telenovela chi vince è l’orgoglio francese e le compagnie crocieristiche (Msc Crociere e Royal Caribbean in primis). Stx France, Fincantieri e Meyer Werft continueranno a farsi concorrenza sui prezzi e sulle condizioni di sostegno finanziario alla costruzione di nuove navi (agenzie di credito all’esportazione). Tutti continueranno a vivere felici e contenti, almeno fino a quando inizierà il ciclo negativi dei nuovi investimenti nell’industria delle crociere. Poi si ordineranno navi militari per fare tornare i conti.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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