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Ddl concorrenza, ecco le novità per il settore dei Beni Culturali

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Il Ddl Concorrenza, dopo un iter lungo più due anni, è stato approvato dal Senato e dal 2 agosto 2017 è diventato legge. Tra i molti settori coinvolti c’è anche quello dei Beni Culturali. Due i cambiamenti fondamentali: uno riguarda la libera riproduzione dei beni archivistici e librari, l’altro l’esportazione delle opere d’arte. L’articolo 172 del Ddl, modificando l’articolo 108 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, consente la libera riproduzione fotografica di beni bibliografici e archivistici, un accorgimento attuato per eliminare il pagamento di canoni per fotoriproduzioni ad uso personale e per semplificarne l’utilizzo, senza scopo di lucro, sui social e sul web. Il secondo punto è quello che ha creato più scompiglio, accolto con grande soddisfazione dal ministro Dario Franceschini (in foto), ha incontrato la reazione dell’associazione Italia Nostra e del noto studioso Salvatore Settis.

Il provvedimento è volto alla razionalizzazione della normativa che regola l’esportazione di opere d’arte di proprietà di privati e che non siano poste sotto il vincolo di tutela. Viene elevata da 50 a 70 anni l’età oltre la quale può essere vietata l’esportazione dell’opera arte, eseguita da artisti non più viventi, dal territorio nazionale. Viene poi inserita, sul modello di quanto già avviene nei maggiori Paesi europei, la soglia di valore di 13.500 euro, al di sotto della quale, qualsiasi tipo di opera, che abbia più di 70 anni e di autore vivente o meno, potrà essere portata oltre confine. Restano esclusi da questo provvedimento reperti archeologici, archivi, incunaboli e manoscritti. Basterà un’autocertificazione che dichiari l’opera di un valore inferiore alla soglia stabilita per far sì che circoli liberamente al di fuori del nostro Paese.

Certo il Mibact (ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) si riserva il diritto di poter apporre un vincolo a quelle opere d’arte che siano ritenute di eccezionale interesse culturale e di conseguenza vietarne l’esportazione. Va detto anche che la soglia di 13.500 euro è la più bassa in Europa, se pensiamo che in Germania è di 300.000 euro, e le autocertificazioni verranno prese in esame dagli uffici competenti che potranno comunque porre il vincolo sull’opera.

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