Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Snapshots about ILLUMInazioni

«L’arte è un terreno altamente autoriflessivo, che alimenta un approccio lucido al mondo esterno. L’aspetto comunicativo ed interrelazionale è cruciale per le idee che sono alla base di ILLUMInazioni, come dimostra quell’arte contemporanea che spesso dichiara interesse per la vita e cerca di essere vicina al suo dinamismo. Questo è ancora più importante ora, in un’epoca in cui il nostro senso di realtà è profondamente messo in discussione da mondi virtuali e simulati»
Bice Curiger, Direttore 54. Esposizione internazionale d’arte
 
I numeri
Diecimila metri quadrati espositivi, 83 artisti da tutto il mondo di cui 32 under35 e 32 presenze femminili nel percorso principale più 89 Paesi coinvolti nei Padiglioni nazionali, oltre 2mila visitatori al giorno nelle prime settimane.
Sono i numeri della 54esima edizione dell’Esposizione internazionale d’arte di Venezia. Diretta da Bice Curiger e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta fino al 27 novembre farà della città lagunare il crocevia prediletto di artisti e appassionati. Il titolo di quest’anno, ILLUMInazioni, rievoca la “luce”, l’esperienza illuminante che un’opera d’arte sa donare. Come quella racchiusa nelle tre tele di Tintoretto presenti (l’Ultima cena, il Trafugamento del corpo di San Marco e la Creazione degli animali), concesse in prestito dalla Soprintendenza per il Polo museale veneziano, che ci ricorda come l’essenza più vera dell’arte sia sempre attuale e, un po’ come i classici secondo Calvino, “non ha mai finito di dire quello che ha da dire”.
 
“L’arte non è Cosa Nostra”
Il Padiglione Italia della 54esima edizione della Biennale riflette la personalità controcorrente del suo curatore, Vittorio Sgarbi. E allora, obiettivo esplicito dell’esposizione di quest’anno è quello di combattere «il sistema mafioso che esiste non solo nell’economia ma anche nel mondo dell’arte, con curatori che promuovono sempre i loro protetti», dice il sindaco di Salemi che per l’occasione ha spostato il suo Museo della mafia dal Comune siciliano nella città lagunare.
Nei 3mila metri quadrati dell’Arsenale, trovano spazio le opere di 200 artisti selezionati da un comitato di altrettanti intellettuali di prestigio, volutamente non critici d’arte, chiamati a indicare la personalità a loro avviso più interessante di questa apertura di nuovo millennio. Pietro Boragina per Emanuele Severino, Paolo Consorti per Piero Melograni, Paolo Giorgi per Corrado Augias e Gianni Letta, Marcello Mariani (nella foto insieme a Sgarbi) per Sergio Zavoli, Grazia Cucco per Mogol, solo per citarne alcuni.
Nell’anniversario dei 150 anni dall’Unità del Paese, il progetto coinvolge in questa ricerca anche le Regioni, gli Istituti di cultura italiana all’estero e le Accademie di belle arti, nell’ambizioso intento di disegnare una mappa, finora mai realizzata, del panorama artistico contemporaneo.
 
Premi e castighi
Un lungo filmato composto da spezzoni di pellicole in cui c’è sempre un orologio per riflettere sull’ossessione per il tempo della nostra società. È The clock, la geniale opera esposta all’Arsenale di Christian Marclay, nato negli Stati Uniti nel 1955 ma ginevrino d’adozione, premiato con il Leone d’Oro come migliore artista della manifestazione. Leoni alla carriera per la Sturtevant e Franz West mentre farà parlare di sé, secondo la giuria, l’inglese Haaron Mirza, classe 1977, premiato con il Leone d’argento “per il modo in cui la sua opera cattura immediatamente l’osservatore grazie all’originale uso del contrasto tra forza e fragilità”. Hanno suscitato polemiche invece le opere di Jean Fabre e di Maurizio Cattelan. La singolare rivisitazione della Pietà di Michelangelo con un teschio al posto del volto della Madonna e lo stesso artista in stato di decomposizione al posto di Gesù, esposta nella Nuova Scuola Grande di S.Maria della Misericordia, è costata all’inquieto artista belga accuse di blasfemia mentre i piccioni imbalsamati disseminati sui cornicioni dei Padiglioni dal creativo italiano hanno fatto infuriare gli animalisti.
 
Da Andorra all’Iraq
ILLUMInazioni su nuovi mondi. La Biennale apre le porte a sei nuove nazioni: Andorra, Arabia Saudita, Bangladesh, Haiti, India e Iraq. Colpiscono al cuore la disperazione e insieme la grande voglia di reagire espresse nelle installazioni del Padiglione dedicato ad Haiti, sconvolta a gennaio 2010 da un terremoto che causò 300mila morti. Death and fertility, morte e fertilità, il titolo di una delle due opere realizzata da Jean Hérard Celeur, André Eugène e Claude Saintilus, sintetizza perfettamente lo spirito degli artisti e degli abitanti dell’isola caraibica: urlano al mondo il loro dolore ma non smettono di sorridere e pensare al futuro. Eloquente anche il titolo della mostra sull’India, Tutti sono d’accordo: Sta per esplodere…, che gioca sulle grandi aspettative economiche e culturali del mondo su questo Paese.
I quattro gruppi di creativi indiani presenti danno l’opportunità ai visitatori di ingrandire la propria idea di India, scoprendo un universo dalle tante culture, sfaccettature, colori. Due generazioni culturalmente lontane di artisti iracheni poi si confrontano su un tema universale come l’acqua. Tre degli anni ‘50, Ali Assaf, Azad Nanakeli, Walid e tre degli anni ‘70, Adel Abidin, Ahmed Alsoudani e Halim sono vicini nel raccontare attraverso le loro opere l’importanza dell’oro blu come elemento fondamentale della vita, che lava, purifica e nutre.
 
L’altra Biennale
Un biglietto per il futuro quello che si ha fra le mani scegliendo di visitare gli eventi collaterali della Biennale. Parole d’ordine tecnologia, multimedialità, interazione, contaminazione.
In Future Pass (Abbazia di San Gregorio, Dorsoduro 172, Palazzo Mangilli-Valmarana, Cannaregio 4392, fino al 6 novembre) oltre cento artisti, asiatici e non, offrono la propria chiave di lettura per il domani, elaborando una nuova estetica dove generi, discipline, culture si fondono. Schermi virtuali collegano Venezia ai Paesi Bassi nel progetto Dropstuff.eu, Urban Screen Network for the Digital and Interactive Arts (Riva Ca’ di Dio, Campo San Anzolo, Campo San Vio, fino al 31 luglio) dove l’arte diventa un gioco e il fruitore il protagonista in grado di cambiarla. Nei Lucid Dreams di Cristiano Pintaldi (Ex Cantiere Navale, Castello 40, San Pietro di Castello, fino al 31 ottobre), si indaga su come si percepisce la realtà, sulla contrapposizione tra una visione personale delle cose e una condivisa ma spesso ingannevole, veicolata dai media.
Le grandi tele del giovane artista romano riproducono la stessa scomposizione tripartita dei monitor televisivi e informatici.
La doppia natura della percezione è così rappresentata attraverso il colore come un’esperienza anomala del reale, suscitando nello spettatore una percezione che oscilla continuamente fra i diversi piani della realtà.
E, a proposito di nuovi media e di tecnologia, cambia anche il modo di fruire la Biennale. Con la nuova applicazione per Ipad e Iphone, IBiennale, scaricabile su Appstore, è possibile accedere al catalogo completo della mostra in un modo innovativo e coinvolgente, una navigazione multidimensionale, assolutamente personale e non lineare delle opere, guidata solo dalle proprie sensazioni ed emozioni.
×

Iscriviti alla newsletter